Si rende sterile per andare contro Trump
Trump l’ha promesso. Il mondo cambierà a suon di decreti esecutivi. Mentre li firma, lo sguardo è soddisfatto, il ciuffo biondo quello di sempre: “Di cosa tratta?” chiede. “Uscire dall’ Organizzazione mondiale della sanità”. “Oh, that’s a big one”, esclama con la faccia appagata . E poi c’è il contrasto all’immigrazione, la lotta all’ideologia woke, le sanzioni alla Corte Penale Internazionale. I detrattori la definiscono “madman diplomacy”: fare dell’imprevedibilità la cifra della sua politica estera. Il mondo si divide: seguire il tycoon o dipingerlo come colui che porterà l’America alla catastrofe. I progressisti di ogni latitudine sono convinti: l’Apocalisse è imminente. Ma si sa, in situazioni di pericolo è difficile mantenere viva la razionalità. E proprio da oltreoceano arriva una notizia che ha dell’assurdo.
Laurie Pohutsky, rappresentante dem dello Stato del Michigan, ha dichiarato di essersi sottoposta a una procedura volontaria di sterilizzazione. Il motivo? Evitare di rimanere incinta mentre The Donald è in carica. “Poco meno di due settimane fa, mi sono sottoposta a un intervento chirurgico per assicurarmi di non dover mai più affrontare una gravidanza nell’America di Trump”. Che autocrate sui generis. I dittatori ce li ricordavamo impegnati nelle “battaglie delle nascite”. Ora sortiscono l’effetto contrario. La paura della Pohutsky era quella di non poter più accedere alla contraccezione in futuro. Intanto si scatena l’ironia sui social. Il giornalista conservatore Ben Shapiro commenta in modo laconico: “Broken people”. In effetti, a neanche un mese dall’insediamento del tycoon, molti ritengono di vivere in un incubo. Eppure, prima di Trump il mondo non sembrava una canzone di John Lennon. È tornata la guerra in Europa, sono riesplose le tensioni in Medio Oriente. Il pensiero critico è stato sacrificato sull’altare del politicamente corretto. Senza entrare nella questione dei giganti del tech: da filantropi a individui mefistofelici. Capolavoro degno delle “Metamorfosi” di Ovidio.
C’è da dire che la parlamentare del Michigan non è nuova ad affermazioni del genere, accusando i suoi colleghi legislatori di essere troppo compiacenti nei confronti di The Donald. “Mi rifiuto di lasciare che il mio corpo venga trattato come una moneta di scambio da un’amministrazione che vede valore solo nelle mie capacità di procreare”, aveva dichiarato durante una protesta in Michigan. E sul social X continua a difendersi da chi la attacca: “Il fatto che così tanti uomini conservatori si offendano per una decisione che ho preso riguardo la mia assistenza sanitaria dimostra che non dovremmo dare per scontato che questo diritto sia garantito”. Di fronte a simili vicende, torna alla mente un interrogativo lanciato dal filosofo Marcello Veneziani sulle pagine di Panorama. Che oggi risuona come un monito. “Siamo sicuri che sia Trump a sbagliare?”.