Giornata mondiale contro il cancro: prevenzione e nuove cure
Ogni anno, il 4 febbraio, si celebra la Giornata Mondiale contro il Cancro, iniziativa promossa da UICC (Union for International Cancer Control) e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Lo scopo è quello di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione, della ricerca e della diagnosi precoce di questa malattia che rappresenta una delle principali cause di mortalità al mondo. Quest’anno, lo slogan è #UnitedByUnique e vuole sottintendere l’importanza di essere uniti -pur nelle unicità degli individui, malati e non- nella lotta al cancro in tutte le sue forme. Solo in Italia, nel 2024 sono state registrate quasi 400.000 nuove diagnosi di tumore: quello più riscontrato è il tumore della mammella, con quasi 55.000 casi, seguito dal tumore del colon-retto con 48.700. A seguire, tumore del polmone, della prostata e della vescica. L’aumento dei casi (le diagnosi erano 376.000 nel 2020 e 395.000 nel 2023) ha spinto l’anno scorso l’AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) a usare nel report sui numeri del cancro il termine “tsunami”, che può servire a far comprendere la situazione e l’andamento crescente che dura da molti anni e che coinvolge tutta Europa. Ma il fenomeno è globale, dato che vengono diagnosticati più di 20 milioni di nuovi casi ogni anno, con quasi 10 milioni di decessi correlati.
Sempre più persone sopravvivono
Tra i dati negativi ci sono, però anche buone notizie: innanzitutto le cosiddette “morti oncologiche evitate”, che in Italia ammontano a circa 270.000 nel periodo tra il 2007 e il 2019, e il numero dei “sopravviventi”, cioè chi convive magari da molti anni con la malattia e conduce comunque una vita normale. Come ci spiega il professor Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center dell’IRCCS Policlinico Universitario Gemelli di Roma. «Se nel 2010 il numero di persone vive dopo una diagnosi di tumore era in Italia di circa 2.600.000 individui, nel 2020 erano già arrivati a 3 milioni e mezzo. Nonostante quindi l’invecchiamento della popolazione e le peggiorate abitudini di stile di vita, la ricerca riesce a salvarci molto di più che in passato. Contano tanto il miglioramento delle terapie e l’anticipazione diagnostica: fare gli screening è fondamentale».Riguardo alle terapie, abbiamo infatti molte nuove cure che a partire dal Duemila hanno fatto la differenza e hanno permesso di arginare il disastro: negli ultimi anni c’è stata una massiccia immissione sul mercato di farmaci a bersaglio molecolare, la cosiddetta target therapy che, camminando di pari passo con lo sviluppo della diagnostica e della capacità di identificare alterazioni e mutazioni geniche, hanno favorito l’oncologia di precisione e la personalizzazione delle cure.
Calano i morti per tumore al polmone
Non tutti i tipi di tumore sono diventati però più guaribili: se per il tumore al polmone la percentuale di morti è calata del 15% negli uomini, non è così nelle donne, probabilmente per effetto della maggiore propensione al fumo delle giovani. Tumore al pancreas e melanoma non fanno differenze di genere, e il numero di morti è costantemente superiore a quello atteso, il cancro al seno è sempre più guaribile, mentre quello al colon retto è più aggressivo nei giovani, sia uomini che donne, che negli anziani. Inoltre, nell’ultimo decennio gli oncologi si stanno trovando davanti a casi che in passato raramente riscontravano, come giovani adulti con tumori neuroendocrini, o tumori del colon o ancora del pancreas. Per i tumori del sangue grandi speranze arrivano dalle cellule CAR-T, terapie innovative che offrono una possibilità a pazienti con linfomi o leucemie che non rispondono ai trattamenti. Come funzionano? Dopo aver prelevato i linfociti dal sangue del paziente questi stessi vengono ingegnerizzati con un recettore CAR (Chimeric Antigen Receptor) e istruiti ad attaccare il tumore: dopodiché vengono reinfusi nel malato. La speranza è che presto si possano sviluppare nuove CAR-T anche per i tumori solidi, perché i dati preliminari degli studi sono molto incoraggianti. Poi ci sono quelli che potrebbero essere i veri game-changer contro il cancro: i vaccini a mRNA, che a causa del Covid hanno avuto un’espansione incredibile, dal punto di vista tecnologico e scientifico. Tutta questa expertise è stata poi travasata nella ricerca sul cancro: oltre agli studi sul melanoma, che hanno dato risultati ottimi, è stato di recente pubblicato uno studio anche per un vaccino contro il tumore al pancreas.
Cancro ed esercizio fisico
Le ultime linee guida dell’American Society of Clinical Oncology sono molto chiare: ai malati di cancro in trattamento è fondamentale suggerire esercizi aerobici e di resistenza, per circa 150 minuti a settimana.Una mezz’ora ogni giorno, per riuscire ad attutire gli effetti collaterali della malattia, tenere a bada il peso e migliorare anche il tono dell’umore.Attenzione però: non basta la semplice passeggiata, occorre proprio l’esercizio aerobico, cioè quello che fa aumentare l’ossigenazione e la frequenza cardiaca fino a oltre i 100 battiti al minuto. Insomma, occorre sudare: “I benefici dell’attività fisica di questo tipo sono innumerevoli, sia in prevenzione che durante le cure” spiega ancora il professor Giampaolo Tortora. “Aumentando il flusso del sangue, infatti, aumenta la produzione di sostanze anti-infiammatorie naturali e di alcune cellule del sistema immunitario, natural killer del cancro. Inoltre, si eliminano le sostanze tossiche, si riduce la produzione di ormoni e c’è un consumo di zuccheri più veloce e quindi minore produzione di insulina, con un grande beneficio per il metabolismo. Con l’attività aerobica si intensifica anche il transito intestinale, elemento che aiuta nella prevenzione dei tumori del colon”.Tutti i trial portati avanti sui malati hanno dimostrato forti miglioramenti sia nella capacità cardiorespiratoria che nella forza, oltre che nella diminuzione della fatica durante tutte le attività della vita quotidiana. Inoltre, l’esercizio aerobico consigliato prima dell’intervento chirurgico ai pazienti con cancro al polmone ha portato a a una degenza post-intervento più breve e a meno complicazioni. Oltre a questi notevoli “bonus” legati all’attività fisica, ampiamente dimostrati da studi e trial, ci sono anche quelli legati a una dieta corretta: “L’obesità” conclude Tortora “che ormai in Italia riguarda moltissime persone è un enorme fattore di rischio, non solo per i tumori. Per una efficace prevenzione occorre tenere a bada il peso e seguire una dieta che preveda almeno 3 porzioni di frutta e verdura al giorno, e possibilmente 5”.
Donne e cancro al polmone
Allarme rosso sulle donne che fumano: sono sempre di più, sempre più giovani e iniziano con le sigarette in età sempre più precoce. Ovvio che, con l’avvicinarsi della “parità di genere” anche in questo campo ben poco edificante, anche i tumori correlati al fumo aumentano la loro incidenza tra le donne. E se nei maschi la mortalità per cancro al polmone è calata negli ultimi anni del 15%, nelle femmine invece i tassi continuano a crescere. Aumentano anche i casi di “big killer” come il tumore del colon, della mammella e appunto del polmone, nella fascia d’età sotto i 40 anni: con l’aggravante che spesso in questa coorte di pazienti così giovani, i tumori vengono scoperti in ritardo (perché non si effettuano screening), si comportano diversamente da quanto facciano nelle persone più anziane e sovente non rispondono adeguatamente ai trattamenti. Diventano quindi più pericolosi e letali: “Gli stili di vita errati influiscono in modo sostanziale” spiega sempre il professor Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center del Policlinico Gemelli “L’abitudine al fumo e l’elevato consumo di alcool, infatti, combinati insieme accrescono di circa 35 volte il rischio di ammalarsi di cancro”. Per quanto riguarda il cancro del polmone, secondo i dati OMS è previsto nei prossimi anni, in Italia, un aumento di mortalità nelle donne di quasi il 6%.Ma non è il solo problema, legato al fumo: “Le evidenze epidemiologiche” conclude Tortora ”Ci hanno ormai dimostrato chiaramente che il fumo correla non solo con il tumore al polmone, ma anche con molti altri: dall’utero alla tiroide, dal pancreas alla trachea, oltre a colon, reni e vescica. Inoltre, avendo le donne iniziato a fumare molto tempo dopo l’uomo, non hanno ancora raggiunto il “plateau” dei casi: ci attendiamo quindi che incidenza e mortalità continueranno a salire per ancora parecchi anni”.