Il grande freddo di gennaio colpisce l’auto. Appello dell’Acea a Bruxelles: “Stop alle multe”
Il mercato italiano dell’auto comincia il 2025 come aveva finito l’anno precedente. A gennaio scende del 5,9%, passando da 142.501 a 133.692 unità. Unica eccezione, molto piccola, il rimbalzo dell’auto elettrica; ne sono state immatricolate 6,721 con un miglioramento del 132% che porta la quota di mercato dal 2 al 5% Stellantis fa peggio del mercato: le vendite si sono fermate a 41.532 auto in calo del 15,9%. Per effetto della statistica però la quota di mercato è arrivata al 31%. Unica consolazione la Pandina, che a gennaio è risultata l’auto più venduta con oltre 13.300 immatricolazioni pari a una quota sul mercato totale del 10%. Prodotta nello stabilimento di Pomigliano d’Arco, Pandina accompagna l’ingresso di Grande Panda sul mercato. Il marchio ha infatti appena aperto gli ordini del suo nuovo “family mover”. Ma si tratta di lampi.
Secondo il Centro Studi Promotor, le prospettive per i prossimi mesi sono tutt'altro che rosee. Il 70% dei concessionari ha giudicato basso il livello di acquisizione di ordini a gennaio, e quasi la metà di loro ha segnalato giacenze di auto invendute superiori alla media.
In un contesto di incertezze e difficoltà, cresce la richiesta di politiche europee che sostengano la transizione senza penalizzare le imprese del settore. L’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili (Acea) ha lanciato un appello alla Commissione Europea affinché risolva rapidamente la questione delle possibili multe per le case automobilistiche che potrebbero arrivare a 16 miliardi di euro nel caso di non conformità agli obblighi ambientali. "Le decisioni cruciali sugli investimenti vengono prese ora, non tra mesi", ha affermato Acea, sottolineando che il tempo stringe per evitare gravi danni economici al settore.
Le preoccupazioni non si fermano qui: Roberto Vavassori, presidente di Anfia, ha richiamato l'attenzione sulla necessità di un piano europeo razionale per raggiungere gli obiettivi ambientali del 2035. "Le politiche europee continuano a impattare la nostra realtà nazionale", ha spiegato Vavassori, evidenziando un mercato interno debole e una filiera produttiva in difficoltà. Anche lui ha chiesto flessibilità nei target di emissioni e incentivi che stimolino l’innovazione tecnologica, fondamentale per il rilancio del settore.
In questo contesto, Michele Crisci, presidente dell’Unrae, ha proposto l’introduzione di incentivi paneuropei per evitare una frammentazione del mercato, aggiungendo che è urgente rivedere la detraibilità Iva e la deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2. Solo attraverso politiche più coerenti e strutturate, ha concluso Crisci, sarà possibile accelerare la transizione verso veicoli a basse o zero emissioni, incentivando così le imprese a investire in una mobilità più sostenibile.