Insetti nel piatto? No, grazie. Crolla del 30% l’import in Italia nel 2024
Test insetti fallito, stando ai numeri del mercato. A larve, cavallette e affini nel piatto gli italiani dicono no. L’import è in calo del 30% in Italia nel 2024. I “novel food” (insetti, meduse, vermi...) sono stati permessi, piano piano, a partire dal 2018 dall’Unione Europea (in Italia quattro decreti nel 2023). L’ultimo arrivato è la polvere di larve intere di vermi gialli della farina, trattata con raggi Uv, ammessa due settimane fa per produrre pasta, pane e torte nei Paesi dell’Unione. Sempre più spazio dunque ai cibi “nuovi”, super proteici e dal minor impatto ambientale. Entro il 2027 si stima un giro d’affari da 745 miliardi di dollari. Ma i numeri dimostrano che insetti&Co non piacciono, in Italia.
Secondo una proiezione Coldiretti su dati Istat, le importazioni di insetti commestibili sono crollate del 30% nel 2024, passando dai 17.600 chilogrammi del 2023 agli 11.500 dello scorso anno. Gli insetti sono considerati un alimento proteico dall’alto valore nutrizionale e sostenibile. Per ottenere un chilo di peso bastano due chili di mangime, contro gli otto necessari per il bestiame. In più per allevarli servono meno acqua e spazio e si producono meno emissioni di gas serra. Ma i consumatori italiani dicono no grazie. Il 78% degli italiani è contrario all’uso di insetti commestibili, anche sotto forma di farina (indagine Notosondaggi). Il disgusto ha la meglio.
Uno degli aspetti più discussi riguarda la sicurezza alimentare. La maggior parte dei prodotti a base di insetti arriva da Paesi extra-Ue, come Vietnam, Thailandia e Cina, ai primi posti nelle classifiche europee per allarmi sanitari legati agli alimenti. La legislazione europea e italiana obbliga a controlli serrati e a indicare chiaramente la presenza di insetti tra gli ingredienti, a tutela dei consumatori. Ma questo non basta a rassicurare i consumatori sembra.
Gli insetti fanno parte nuovi alimenti che un regolamento europeo del 2018 definisce come tutti quegli alimenti non consumati in misura significativa nell'Unione prima del 15 maggio 1997. Si tratta di insetti, meduse, succo di noni, larve, plancton, olio di krill. Per essere commercializzati in Europa i “novel food” devono ricevere un’autorizzazione dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), che ne valuta l’impatto sulla salute. Attualmente, quattro specie di insetti sono state approvate per il consumo umano: il grillo domestico, la larva gialla della farina, la locusta migratoria e il verme della farina minore.
Alcuni paesi, come Belgio e Olanda, hanno già sperimentato con successo il loro inserimento in prodotti alimentari di largo consumo. Ma in Italia insetti e “novel food” non fanno breccia. Il crollo delle importazioni parla chiaro: bocciati. Per ora.