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Tom Homan: "Sui clandestini, l'Italia faccia come Trump"

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È stato uno dei primissimi nominati da Donald Trump nel suo nuovo team presidenziale. E la ragione è intuibile. Oggi, Tom Homan è il responsabile della frontiera (lo “zar”, come si dice in gergo Oltreatlantico). È l’uomo, cioè, a cui è stata affidata la delega forse più delicata dell’attuale amministrazione americana: quella alle espulsioni e al controllo dei confini. Un tema, questo, che ha notoriamente rappresentato uno dei pilastri fondanti della campagna elettorale di Trump, lo scorso anno. Homan non è esattamente uno che le manda a dire. Ha le physique du role dello sceriffo inflessibile. Ma, checché ne dica qualcuno, non è un fanatico. È un pragmatico, che conosce il mestiere. Anzi, in un certo senso, potremmo definirlo quasi un tecnico.

Nonostante una certa vulgata tenda a presentarlo come un estremista accecato dall’odio per gli immigrati, Homan ha iniziato la sua carriera ai tempi di Ronald Reagan. E, pensate un po’, Barack Obama gli affidò la gestione dei rimpatri durante il suo secondo mandato. Non solo. Ne fu talmente contento, che, nel 2015, gli conferì addirittura il Presidential Rank Award. Poi, Trump, nel 2017, lo mise a capo dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice): incarico che mantenne per circa un anno mezzo, diventando l’architetto della stretta migratoria portata avanti dal tycoon durante la sua prima amministrazione. Da allora, neanche a dirlo, i democratici hanno cominciato a detestarlo. Successivamente è diventato Visiting Fellow presso la Heritage Foundation, fin quando Trump, vinte le elezioni lo scorso novembre, non lo ha richiamato in servizio, rendendolo di fatto la figura decisiva nella politica di contrasto all’immigrazione clandestina.

Ebbene, La Verità è riuscita ad avere in esclusiva un’intervista telefonica con Homan. L’obiettivo è sentire direttamente da lui quelle che sono le sue idee e le sue strategie in materia di gestione migratoria, al di là delle demonizzazioni macchiettistiche che certa stampa progressista (anche italiana) ha cercato di propinarci in queste ultime settimane.


Tom Homan, quali sono i principali obiettivi che le sono stati affidati come responsabile della frontiera?

“Ho tre obiettivi. Il primo è mettere in sicurezza la frontiera e bloccare gli ingressi illegali nel Paese. Il mio secondo obiettivo è dirigere le operazioni di rimpatrio per i clandestini che si trovano attualmente negli Stati Uniti in violazione della legge. Il mio terzo obiettivo è quello di trovare i bambini scomparsi, che sono trasportati nel Paese attraverso traffici illegali attuati da organizzazioni criminali. Dobbiamo trovarli. Molti sono sottoposti al lavoro forzato, molti sono oggetto di traffici sessuali. Quindi dobbiamo trovare e mettere in salvo questi bambini”.

L’amministrazione Trump ha già avviato le procedure per i rimpatri di massa. Come li attuate? Inoltre il presidente ha recentemente annunciato di voler inviare a Guantanamo i clandestini più pericolosi.

“Noi conduciamo le operazioni di espulsione soprattutto con l’Immigration Customer Enforcement, che agisce assieme ad altre agenzie, come la Dea, l’Fbi, gli Us Marshal e il Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives. Queste agenzie si coordinano con l’Ice nel cercare quelle persone che si trovano nel Paese illegalmente: persone che prima reprimiamo e poi espelliamo. Per quanto riguarda Guantanamo, noi abbiamo già un centro per l’immigrazione lì da decenni. Semplicemente lo amplieremo per renderlo più grande”.

Quali misure ha intenzione di adottare per chiudere la frontiera e ripristinare la deterrenza nei confronti degli immigrati irregolari?

“Adotteremo le politiche che Donald Trump ha utilizzato in passato, ai tempi del suo primo mandato presidenziale. Ripristinerò la Remain in Mexico Policy: così, chi vuole fare richiesta di asilo dovrà attendere in Messico anziché essere lasciato libero in territorio statunitense. Aspetterà in Messico, mentre si svolge l’udienza che dovrà decidere se ha diritto o meno all’asilo”.

Continui pure.

“Un altro provvedimento che adotteremo sarà quello di continuare a costruire il muro al confine con il Messico. Abrogheremo inoltre la politica del catch and release: chi viene preso, non sarà lasciato libero negli Stati Uniti in attesa dell’udienza.”

Il governo italiano di Giorgia Meloni sta inviando degli immigrati irregolari in Albania, come Paese terzo, per incrementare la deterrenza. Ha qualche suggerimento da dare al nostro esecutivo per la lotta all’immigrazione clandestina?

“Penso che il presidente Trump sia un modello per la sicurezza delle frontiere. Credo che le persone debbano guardare alle politiche che ha messo in atto. È una grande guida per il successo. Suggerirei quindi di guardare alla leadership del presidente Trump per quanto riguarda la messa in sicurezza dei confini”.

Il Papa ha recentemente criticato le vostre politiche migratorie, definendole una “disgrazia”. Che cosa si sente di rispondere?

“Noi gestiremo l’immigrazione illegale negli Stati Uniti. Lui può occuparsi di gestire la Chiesa Cattolica”.


(Intervista uscita su La Verità il primo febbraio 2024)