Conte meglio di Thiago Motta
Per la quattordicesima volta la Juventus è andata in vantaggio per prima in una partita di questo campionato. E per la sesta volta non è riuscita a portare a casa la vittoria, la quinta nelle ultime sette occasioni. Napoli come Bergamo, Lecce o in casa contro Fiorentina e Venezia. Quasi tutte con un tratto in comune: buona partenza, rete segnata e progressivo abbassamento del baricentro della squadra sino a lasciare campo e gioco all'avversario. Nel caso della sfida del Maradona è avvenuto tutto quasi con violenza, una volta che i bianconeri sono usciti dallo spogliatoio dove erano entrati con un meritatissimo vantaggio, realizzato in chiusura dal debuttante Kolo Muani.
Troppi indizi per non fare una prova. C'è un problema di atteggiamento nella Juventus di Thiago Motta e sta costando un tesoretto di punti: 11 da inizio dicembre in poi. Antonio Conte ha finito con lo stravincere il confronto diretto tra allenatori, pur dovendo risalire da un primo tempo in cui Thiago gli aveva cucito su misura una prestazione sontuosa, fatta di continua aggressione e ripartenza, senza timori di alcun tipo. La rete di Kolo Muani, schierato al posto di Vlahovic cui il tecnico bianconero ha di fatto consegnato il foglio di via, è stata la sintesi corretta dei primi 45 minuti.
Il secondo tempo della Juventus, invece, è stato uno zero: tiri in porta, tiri fuori, calci d'angolo, occasioni. Zero in tutto. Solo una difesa sempre più affannosa. I bianconeri sono ricaduti nello stesso errore di altre volte. A Bergamo, ad esempio, pur avendo anche ottime occasioni nel finale era rimasta in balia dell'Atalanta. Si potrà discutere all'infinito se sia colpo delle indicazioni della panchina o se siano i calciatori in campo a non riuscire a replicare la stessa intensità. Vista la ricorrenza dello scenario è possibile che la prima spiegazione non sia lontana dalla realtà, il che porta al calcio di Thiago Motta che in questi sei mesi è parso più un'ottima organizzazione difensiva - basata sul possesso palla - che uno slancio offensivo.
La sintesi è che il Napoli ha inflitto alla Juventus la prima sconfitta stagionale in Serie A perché Conte ha fatto meglio di Thiago Motta. E lo ha battuto. Un ko che racconta un paio di cose: la prima è che il bicchiere juventino continua ad essere mezzo vuoto, al netto delle rassicurazioni sparse a piene mani, visto che proseguendo di questo passo diventa un'utopia anche quota 70 punti. La seconda è che tutta la società ha sposato il progetto di TM e lo sta sostenendo senza esitazioni, epurazioni e variazioni tattiche e di formazione comprese, ma prima o poi sarà utile tirare una riga e chiedere un cambio di passo.
Il Napoli, invece, è praticamente perfetto così. La forza fisica con cui ha affrontato la ripresa dipende certamente anche dall'aver accumulato energie nel corso della settimana, mentre l'avversario di turno girava l'Europa, ma l'identità data da Conte alla sua squadra è visibile anche da Marte. Gennaio era un mese pieno di trappole e i partenopei ne sono usciti alla grande. Febbraio assomiglia tanto a un trampolino verso il sogno tricolore...