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Arriva Trump, Pechino annuncia altre navi militari

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La prima risposta della Cina all’insediamento di Donald Trump è stata lanciare immediatamente la commessa per una fregata di nuova generazione, affermando che la nave “svolgerà un ruolo fondamentale nel migliorare l'efficacia complessiva delle forze in combattimento.” Pechino schiera già la Marina più grande del mondo in termini numerici, sebbene la sua tecnologia sia talvolta considerata non all’altezza di quella occidentale. Ma resta il fatto che gli Stati Uniti, il primo nemico di Pechino, soprattutto in alcuni scenari potrebbe trovarsi in inferiorità numerica.

La Cina ha ufficialmente 234 navi da guerra rispetto alle 219 della U.S. Navy, tra cui una cinquantina di fregate e altrettante cacciatorpediniere. Ma possiede soltanto due portaerei operative e un'altra in fase di collaudo. Dove invece è molto potente è nella flotta di migliaia di scafi appartenenti alla Guardia costiera e alla milizia dei pescherecci armati. Da anni la Plan operava principalmente nelle acque al largo della costa orientale cinese e nell'enorme e strategicamente cruciale Mar Cinese Meridionale, che la Cina rivendica quasi per intero come suo. Una missione chiave rimane quindi anche quella di sostenere l'esercito in vista di un - ormai dichiarato - attacco a Taiwan, isola che Pechino ha giurato di annettere, se necessario con la forza. Per questo motivo assumono grande importanza le basi statunitensi nella regione Asia-Pacifico, in particolare la Andersen Air Force Base di Guam, le sei basi presenti in Giappone, le due in Corea del Sud, quella nelle Filippine e a Singapore.

Da quanto si apprende da fonti militari cinesi la prima fregata di tipo 054-B, battezzata Luohe, è stata ufficialmente commissionata mercoledì a Qingdao, una città portuale nella Cina settentrionale dove ha sede la flotta settentrionale della Plan. La nave avrà un dislocamento di circa cinquemila tonnellate e include tecnologia stealth, sistemi di comando di combattimento e “integrazione della potenza di fuoco”. Che cosa intendano i cinesi con queste ultime parole non è chiaro, ma è probabile che facciano riferimento alla possibilità di gestire droni volanti, di superficie e anche sottomarini. Ciò che invece pare assodato è che gli armamenti della Luohe includono diversi tipi di mitragliatrici per il combattimento ravvicinato e batterie di missili antiaerei e antinave, almeno secondo le pubblicazioni della Difesa cinese, alcune delle quali affermano che questo tipo di nave potrebbe diventare la spina dorsale della marina cinese.

Secondo quanto riferiscono la maggioranza degli analisti militari, pare confermato che altri due incrociatori di tipo 054-B siano stati varati lo scorso anno e che un quarto sia in fase iniziale di costruzione per precedere quello commissionato ufficialmente due giorni fa. Recentemente, e come fatto dalla Nato l’estate scorsa, la Plan ha anche inviato navi molto lontano dal suo territorio, fino nel Mediterraneo e ai Caraibi, nel tentativo di dimostrare un’influenza su Paesi commercialmente amici del suo crescente potere economico e diplomatico. Una prassi nota, ma certo meno incisiva di quella che Pechino continua a esercitare in prossimità degli arcipelaghi prossimi al Giappone e alle Filippine – talvolta scarsamente o neppure abitati - dove non sono mancati incidenti con altre flotte, ignorando una sentenza delle Nazioni Unite che ha respinto la maggior parte delle rivendicazioni territoriali cinesi.

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