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Ennesima aggressione ai danni di un capotreno. L’episodio è avvenuto a Genova

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Ormai non fa quasi più notizia. Si, perché le aggressioni subite dai controllori, sia di Trenitalia che di altre società di trasporto ferroviario, sono sempre più frequenti.

Purtroppo è successo ancora una volta a Genova, presso la stazione Brignole, dove un capotreno ha ricevuto un colpo di bottiglia nel tentativo di sedare una rissa che ha coinvolto alcune persone.

Quanto accaduto a Genova è solo l’ultimo degli accadimenti di questo genere. E non importa se ci sia stata volontarietà del gesto o se la bottigliata non era indirizzata al capotreno ma ad un’altra persona. Ciò che importa è che il fatto sia accaduto.

Secondo le informazioni trapelate subito dopo l’accaduto il capotreno avrebbe riportato un lieve trauma cranico e la perdita di alcuni denti. Fortunatamente questa volta non ci sono state conseguenze gravi per la vita del malcapitato, che comunque avrebbe evitato volentieri questa sgradevole situazione.

Uno degli aggressori è stato subito individuato perché durante la colluttazione ha perso il braccialetto elettronico, sulla cui reale utilità bisognerebbe aprire un capitolo a parte. Le ricerche della polizia proseguono per individuare gli altri responsabili.

Solo poco più di un mese fa, l’8 dicembre 2024, un altro capotreno è stato aggredito da un passeggero senza biglietto a Fidenza, in provincia di Parma. In seguito a questo atto di violenza nei confronti del personale di bordo i sindacati di categoria avevano indetto uno sciopero, com’è già stato fatto altre volte in passato.

Le aggressioni non risparmiano neanche le donne, come accaduto il 26 giugno 2024 a una capotreno alla stazione di Barletta, colpita con un calcio all’addome da un uomo che pretendeva di salire sul treno senza biglietto.

È evidente che siamo di fronte ad un problema difficile da risolvere. Questo perché anche se i controllori sono a tutti gli effetti dei pubblici ufficiali nell’esercizio della loro professione, con tutte le conseguenze di carattere processuale che dovrebbero esserci nei confronti degli aggressori, all’atto pratico non funge da deterrente sugli atti di violenza da loro subiti.

E nemmeno l’utilizzo delle bodycam, cioè delle telecamere date in dotazione ai controllori in modo da poter registrare tutto ciò che accade mentre lavorano, sembra arginare il fenomeno delle aggressioni a danno degli addetti ai lavori.

Sul tema in questione anche la politica ha cercato di intervenire sulla questione, con una serie di tavoli di confronto e interrogazioni parlamentari. Tuttavia non sembra essere cambiato molto nonostante ciò.

Di certo non si può pretendere che su ogni convoglio ferroviario ci sia una pattuglia di poliziotti o carabinieri pronta ad intervenire. In ogni caso urge trovare delle soluzioni pratiche affinché tutti coloro che lavorano a bordo dei treni lo facciano nella massima sicurezza e tranquillità.