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Panorama
Январь
2025

Lo Spazio di Trump

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Mentre la nuova amministrazione si insedia alla Casa Bianca si scateno speculazioni su come le nuove politiche cambieranno la gestione e le priorità della Nasa e più in generale del settore spaziale. In particolare per il programma Artemis, ovvero la missione di colonizzazione della Luna propedeutica alla realizzazione del sogno del Tycoon espresso proprio durante il discorso di insediamento: “Piantare la bandiera a stelle e strisce su Marte.” Di certo nei prossimi mesi si svolgeranno le prime “battaglie” per decidere la direzione e l'entità di una serie di programmi e del futuro di talune agenzie governative, con minacce di tagli e giochi al rilancio tra chi chiederà tagli ai budget e chi, invece, desidera un rafforzamento della spesa in aree ritenute chiave, come la Difesa.

Artemis è il primo programma il cui destino ha enormi implicazioni sia per la direzione della Nasa, sia per le relazioni dell'America con i suoi partner spaziali e rientra nella più ampia materia della geopolitica. Ma il programma è in ritardo di anni e tocca un partner nazionale di Trump, ovvero Elon Musk e la sua SpaceX. Che da co-leader del nuovo Dipartimento per l'efficienza governativa (Doge), il 3 gennaio scorso ha dichiarato sul suo social media X che “andremo dritti su Marte perché la luna è una distrazione”. Dove però nazioni come la Cina e l’India stanno mettendo piede e certo gli Usa non possono permettersi di restare indietro. “La nuova amministrazione potrebbe provare a saltare la Luna e andare direttamente su Marte, ma mi aspetto che incontrerebbe la stessa reazione negativa del Congresso che Obama ha avuto quando lo ha proposto nel 2010”, ha detto alla testata Space.com la fondatrice e direttrice di Space Policy Online Marcia Smith, che ha 40 anni di esperienza in politica spaziale, puntualizzando che “il Congresso vuole un programma Luna-Marte, non uno o l'altro”.

Tuttavia, alcuni aspetti di Artemis, come la stazione orbitante Gateway, potrebbero subire cancellazioni per questioni di costi e ritardi. Una mossa del genere avrebbe ripercussioni su una serie di partner internazionali, come l'Agenzia spaziale europea (Esa), l'Agenzia spaziale canadese (Csa) e quella giapponese (JAXA) che stanno già lavorando alla costruzione dell’infrastruttura. Un'altra incertezza è il futuro dello Space Launch System (Sls), il mega-razzo sacrificabile della Nasa che serve per le missioni lunari con equipaggio. SpaceX sta sviluppando il sistema Starship che potrebbe fornire un'alternativa riutilizzabile, ma le mosse per cancellare lo Sls, che è stato criticato per i costi, i ritardi e i controlli di qualità da parte del principale contraente, la Boeing, incontreranno probabilmente resistenza. Ciò che pesa è il fatto che Musk abbia anche pubblicato le sue opinioni in merito all'architettura di Artemis, affermando che è estremamente inefficiente. Molto dipenderà dalle idee dell'imprenditore e miliardario Jared Isaacman, che Donald Trump ha scelto per dirigere la Nasa e che ha già intrapreso due voli spaziali commerciali utilizzando SpaceX e il suo razzo Falcon 9 e la navicella spaziale Dragon, organizzandoli e pagandoli di persona. Isaacman dovrà essere ufficialmente nominato ma anche approvato dal Senato degli Stati Uniti, ha già l’appoggio dei repubblicani, ma non è esente da critiche per le donazioni che in passato aveva fatto ai candidati democratici. Sul fronte militare la US Space Force, istituita dalla precedente amministrazione Trump a dicembre 2019, subirà probabilmente dei cambiamenti durante la nuova amministrazione. Attualmente ha sede in Colorado, ma potrebbe essere trasferita subendo una revisione dei finanziamenti, mentre le priorità della Forza armata vengono discussi al Congresso.

Infine c’è la questione climatica. L'amministrazione Trump 2 probabilmente è desiderosa di tagliare i finanziamenti per queste iniziative, come aveva fatto durante il primo mandato, ma ancora una volta si troverà di fronte alla resistenza del Congresso. C’è da aspettarsi che la battaglia più grande sia sulla Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), pagata per condurre ricerche relative al meteo e al clima di cielo e oceani. Su questo fronte c’è l’evidenza di quanto sia servita tale agenzia in occasione degli uragani più recenti e di quanto potrebbe fare per lo studio di fenomeni come gli incendi californiani, per i quali lo stesso Tycoon ha accusato l’amministrazione Biden di non essere riuscita a gestirli.

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