Donald Trump firma quattro ordini esecutivi a sostegno di Israele
Nel suo primo giorno da Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha firmato una serie di ordini esecutivi che danno priorità al sostegno degli Stati Uniti a Israele e affrontano le questioni riguardanti gli ebrei e la sicurezza nazionale.
1. Revoca delle sanzioni sui coloni israeliani:Trump ha abrogato l'ordine esecutivo 14115, che revocava le sanzioni sui coloni israeliani in Giudea e Samaria (la "Cisgiordania"), rafforzando il sostegno degli Stati Uniti alla sovranità di Israele.
2. Ripristino delle sanzioni alla CPI: le sanzioni alla Corte penale internazionale (CPI), rimosse sotto la presidenza di Biden, sono state ripristinate per combattere i presunti pregiudizi anti-israeliani.
3. Sospensione degli aiuti esteri: sospensione di 90 giorni dei programmi di aiuti esteri degli Stati Uniti, come quelli a beneficio dell'UNRWA, accusata di legami con Hamas, per rivalutare il loro allineamento con le politiche dell'amministrazione.
4. Espulsione di sostenitori dell'estremismo: Trump ha autorizzato l'espulsione dei titolari di visto coinvolti in proteste pro-Hamas, rivolte o raccolte fondi nei campus statunitensi o di coloro che sostengono ideologie d'odio.5. Ampliamento del sostegno alle armi per Israele : le restrizioni sulle vendite di armi avanzate, tra cui le bombe da 2.000 libbre, sono state revocate per rafforzare le capacità di difesa di Israele.
Questi provvedimenti evidenziano la decisa dedizione di Trump verso Israele, il supporto alla comunità ebraica e l'impegno nella lotta contro l'estremismo sia a livello nazionale che internazionale. L'inviato statunitense per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha annunciato l'intenzione di visitare la Striscia di Gaza per garantire l'attuazione del cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Durante un'intervista con Channel 12, Witkoff ha sottolineato le difficoltà del processo: «L'esecuzione dell'accordo è stata complessa, ma l'attuazione potrebbe rivelarsi ancora più impegnativa. Recarsi nella Striscia di Gaza significa assicurarsi che le misure pianificate, come quelle previste sulla linea Netzarim e nel Corridoio di Filadelfia, vengano implementate correttamente». Witkoff ha anche dichiarato che l'intesa raggiunta nei giorni scorsi è praticamente uguale a quella suggerita dall'ex presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, lo scorso maggio. «Seguo quasi alla lettera il piano originale. Durante le negoziazioni, abbiamo operato basandoci su quell'accordo», ha affermato, facendo riferimento al coordinamento con l'amministrazione Trump. Che Hamas teme l’arrivo della nuova amministrazione non è certo un segreto tuttavia, questa mattina il gruppo jihadista ha nuovamente provato ad accreditarsi con il nuovo Presidente americano. L'alto funzionario di Hamas Mousa Abu Marzouk nel corso di una intervista al New York Times ha affermato: «Trump è un presidente serio e siamo pronti a dialogare con l'America e a raggiungere intese su tutto. Trump può venire a vedere la gente e cercare di capire i loro sentimenti e desideri in modo che la posizione americana possa basarsi sugli interessi di tutte le parti, e non solo di una parte».
Come scrive il New York Times Abu Marzouk, originario di Gaza ed ex residente della Virginia settentrionale, è membro dell'ufficio politico di Hamas, ma non è certo se rappresenti le opinioni di tutti i principali leader del movimento, come Mohammed Sinwar e Izzeldin al-Haddad, comandanti militari noti per il loro fanatismo ideologico. Ritenuto una delle figure più pragmatiche di Hamas, Marzouk dirige l'ufficio per le relazioni estere dell'organizzazione. Nel frattempo, altri dirigenti di Hamas hanno focalizzato i loro sforzi sul rafforzamento dei legami con i membri dell'asse della resistenza, che include l'Iran, il gruppo militante libanese Hezbollah, alcune milizie irachene e gli Huthi nello Yemen. Il tentativo di Hamas di accreditarsi con Trump è destinato a fallire dato che il Presidente americano ha affermato: «Non ho fiducia sulla tenuta dell'accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza raggiunto tra Israele e Hamas.Non è la nostra guerra, è la loro guerra. Ma io non ho fiducia nell'accordo. Hamas, è stato indebolito dalla guerra, ho visto una foto di Gaza. Gaza è come un enorme sito di demolizione», ha detto Trump. Poi il tycoon ha detto che potrebbe esserci «un piano fantastico» per la ricostruzione di Gaza: «È in una posizione fenomenale sul mare, il clima è fantastico. Sapete, tutto è perfetto. Si potranno fare delle cose meravigliose in questo posto». Senza Hamas ovviamente…