La Roma sale in alta quota
E ad un certo punto compare il faccione di Mel Gibson, sembrava di stare al Sinigaglia, dove le stars hollywoodiane fanno capolino in ogni partita giocata in riva al Lario. Mel era solo venuto a godersi la Roma , e magari si aspettava di vivere qualche emozione in più. La Roma non è ancora bella come la vorrebbe Gasp , ma quantomeno è soda e, numeri alla mano (un solo gol subito in cinque giornte, accaduto solo quattro volte nella storia romanista),vincente. La sua squadra ha preso altri tre punti, sorpassate A talanta, Inter e Juve e ora è in testa con Napoli e Milan, dopo essere stata spesso sull'orlo della caduta, con Svilar sempre pronto a ritirarla su, a tenerla in partita, con il risultato protetto. Ci hanno pensato Dovbyk e Soulé a stendere un Verona aggressivo, determinato, pericolosissimo nelle ripartenze. (...) La Roma per la prima volta in campionato segna due reti, la prima è anche da evidenziare, visto l'autore, Dovbyk (come lo scorso anno, il primo acuto proprio alla quinta giornata), uno dei suoi centravanti che, con Ferguson , era ancora a secco; la seconda la segna invece Soulé (già in gol a Pisa), nel momento peggiore, per la Roma, del match, quando il pareggio del Verona - già sfiorato nel primo tempo con la traversa del solito Orban - sembrava cosa ormai inevitabile. Al fischio finale di Feliciani, compare un altro faccione, quello di Dovbyk, che si alza dalla panchina e finalmente accenna un sorriso liberatorio, la Roma ha vinto anche grazie a lui. Sa che, forse, qualcosa sta per ricominciare: il gol è per l'umore, e per non sentirsi il secondo della classe, anche se la prestazione nel complesso va ancora migliorata (da evidenziare qualche buona sponda e anche un assist per Pellegrini), come quella di tutta la squadra che, non solo non gioca in maniera gasperiniana, ma appare un po' giù fisicamente, e spesso perdente nei famosi duelli uno contro uno a tutto campo. Artem era stato sostituito dall'alter ego Fergu-son, che ha avviato la rete del raddoppio di Matias, ma anche stavolta è rimasto a secco di reti. (...) La Roma, è vero, non prende gol, ma stavolta la difesa va spesso in bambola: Orban e Giovane la mettono sotto pressione, spesso e volentieri. Svilar è bravissimo a salvare la porta per due/tre volte, e parliamo di occasioni nitide. Mancini è sofferente là in mezzo, si lascia scappare il giovane attaccante nigeriano, le fasce vengono montate e smontate, ma tutti i calciatori impiegati, da Angelino a Svilar, fino a Tsimikas non rispondono come dovrebbero. Si salva Celik, bravo da interno dei tre e da esterno come vice Wesley, suo l'assist per la rete dell'ucraino. (...) Là dietro il Verona concede sempre poco, e Nelsson (proprio lui) si spende bene sia su Dovbyk sia su Ferguson, che gli scappa pro-prio nel momento giusto, quando comincia con uno scatto sulla sinistra l'azione che porta alla rete - via Koné - di Soulé . Lì finisce la sofferenza. E comincia il sogno, di una Roma ad alta quota. E il bello (o la bellezza) deve ancora venire.
(Il Messaggero)