Roma senza "testa". Ranieri lasciato solo
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IL TEMPO (L. PES) – Houston, abbiamo un problema: si chiama Roma . Un nome importante dalla storia pesante, non ricca di trofei ma di passione e attaccamento. Valori che sembrano ormai sempre più lontani dalla squadra giallorossa che continua a navigare nel buio più totale senza una direzione precisa. Persino Ranieri , l'unico al quale davvero interessano le sorti della Roma, sta cominciando a dare segni di impazienza. Dalle prime critiche per gli errori commessi a Bologna fino alla serata amara di Alkmaar dove anche il saggio tecnico di San Saba (come suoi diversi predecessori) ha alzato le mani: «Siamo fatti cosi». Di certo non un bel segnale da chi è arrivato appena due mesi fa e deve aiutare i Friedkin nella scelta dell'allenatore per il futuro. A proposito, ma quale futuro? Si perché, quasi alla fine del mese dedicato al mercato, che era stato preannunciato come risolutivo ma che ad oggi ha portato due acquisti tutt'altro che di primo piano (seppure Rensch rappresenta un investimento interessante in prospettiva), i giallorossi si ritrovano noni in campionato e distanti dalla zona europa e ventunesimi (su 36) in coppa, con una media punti generale appena sopra l'uno a partita. Senza dimenticare i nove mesi senza mai tornare a casa con tre punti dai viaggi qua e là per Italia ed Europa. Reazioni? Nessuna. Tolta l'arrabbiatura di Ranieri per tutti gli altri sembra andare bene così. Che si vinca o che si perda, con qualche sorriso in più o qualche foto sui social, importa poco. Nessun dolore né moto d'orgoglio per provare a risollevare la stagione. Bene le vittorie casalinghe (unico big match il derby confezionato in maniera impeccabile da Sir Claudio) ma le trasferte da incubo restano inaccettabili. Eppure a Trigoria si vivacchia tra chi sa già che a fine stagione andrà via, chi tergiversa sulla scelta per il futuro e chi spera di elemosinare un altro contratto, perché tanto in fin dei conti a Roma si sta bene. Qualcuno eccetto l'allenatore fa pesare il rendimento mediocre? Certo che no. In attesa della nomina di Antonello a Trigoria manca completamente un assetto dirigenziale che abbia competenze o valori tali da poter richiamare all'ordine la squadra. Può fare poco Ranieri , che già ha sistemato le cose in classifica e si sta impegnando per l'alle-natore. Anzi, c'è da sperare che non si stanchi e che gli accordi presi a Londra con i Friedkin siano rispettati. E Ghisolfi? Due cessioni (Le Fée in prestito condizionato e Ryan) e due arrivi in venticinque giorni, senza minimamente rivoluzionare l'organico. Ci sono ancora nove giorni e la partenza di Shomurodov (sempre più vicino al Ve-nezia) può sbloccare l'arrivo di un nuovo attaccante. Tempo ce n'è, ma a questa squadra servirebbe molto di più che degli acquisti di secondo piano. Certo, non è facile pensare di cedere calciatori con contratti che assomigliano a vitalizi, ma la sensazione è che a meno di un'invenzione di Beppe Riso il mercato si chiuderà con la sostituzione del centravanti uzbeko . Senza dimenticare che da settembre ad oggi nessuno dei rinnovi in programma è stato fatto. Anzi, neanche avviato. Intanto la Roma continua a vivere una stagione frustrante, chissà se importa davvero a qualcuno.