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Tu vuo' fa' l'americano?

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LR24   (AUGUSTO CIARDI) - Quattordici anni fa, in molti iniziavano a pregustare una Roma al burro di arachidi. Stava prendendo forma il Dream a stelle e strisce. I più esaltati, pur di liberarsi di Rosella Sensi auspicavano che la Roma fallisse e ripartisse dai dilettanti, bramosi di spazzare via una famiglia che in quegli anni veniva derisa da chi voleva ballare goffe e inopportune danze sulla carcassa delle difficoltà della holding che deteneva la Roma. Capirai, stavano sbarcando gli americani, che furono accolti manco dovessero scacciare i nazifascisti. "Siamo liberi!" urlavano gli american boys lungo le strade della capitale, sventolando obbrobriose bandierette contenenti la lupa incastonata fra le stars e le strips. Di peggio, soltanto i gadget mezzo giallorossi e mezzo biancocelesti che sarebbero stati messi in vendita due anni dopo in occasione della maledetta finale di Coppa Italia .

Si auspicava che lo studio Tonucci partorisse la fumata bianca, bisognava chiudere un capitolo durato quasi venti anni, la gestione Sensi veniva liquidata senza riconoscenza come fosse la gestione di una fraschetta che mesce vinacci di qualità infima. Molto meglio il food di Nebo, nella terra del Prez. Si imputava alla Sensi di avere accolto Fioranelli per vendergli la Roma, non sapendo che un giorno la Roma americana avrebbe fatto peggio, parlando di cessione con Al Qaddumi .

Finita, abbastanza presto, l'infatuazione per la Roma Americana prima maniera, il secondo avvento dalla terra dove dicono che tutto è possibile, nel tragico 2020, ha reso idoli una coppia, padre e figlio. Dan&Ryan . The Friedkin . Da subito amati perché in epoca di restrizioni sanitarie guardavano la Roma in tribuna indossando mascherine col vecchio stemma, seguivano le partite in casa e in trasferta. Gli bastava fare il contrario di ciò che faceva Pallotta e scattava la ola. Si stava passando dalla conoscenza di organigrammi e CDA che annoveravano ex calciatrici, italo americani coi cognomi da serie tv, legali e dirigenti provenienti da altri sport, alla conoscenza dell'algoritmo, che avrebbe sostituito l'ufficio del personale. Pigi il tasto, esce il nome del dirigente. Narrazioni. Propaganda. Perché la propaganda esiste dalla notte dei tempi, accompagna governi, società sportive, allenatori, capitani. Esiste la grancassa filogovernativa e l'opposizione, che mentre fa opposizione ostenta limpidezza morale, ma sotto sotto cova la speranza di passare dall'altra parte del fiume. Funziona così. Da sempre. In ogni angolo del mondo. Esaltazione delle cose positive, mistificazione della realtà. Ma anche esagerazioni clamorose nelle critiche negative. Come da natura umana.

Poi ci sono i numeri. Che non lasciano adito alle interpretazioni. 2011-2025. 14 campionati di Serie A. 9 sotto la gestione DiBenedetto-Pallotta, 5 coi Friedkin . "La prima Roma americana andava sempre in Champions League" . Bugia. 4 volte su 9 non è "sempre" . Non è neanche la metà delle volte. Le 4 volte sono state con Garcia in panchina (2 volte), e poi con Spalletti e Di Francesco . 0 su 5 per la Roma americana 2.0 . Perché già a settembre scorso si è capito che questa stagione sarebbe stata una via crucis. 4 volte in Champions League in 14 stagioni . Meno di un terzo delle volte. Bottino misero.

Poi ci sono le coppe. Velo pietoso sulla competizione nazionale. Un oltraggio continuo alla storica tradizione del club. Da quando la Coppa Italia è stata considerata, da americani e filo americani, un inutile orpello, la Roma ha collezionato figuracce , una dopo l'altra. Anche ignobili. Molto spesso ignobili. Molto meglio in Europa. Dal 2017 a oggi (per atto di fede speriamo negli spareggi e vada come vada) la Roma ha girato il continente a testa alta . Ma non può bastare. Nei vari campionati nazionali europei, gli americani che hanno fatto bingo nel calcio sono quelli che si sono affidati a gente del mestiere. Che hanno messo da parte con umiltà un modo di ragionare, di fare business e di fare calcio, che in Europa non attecchirà mai se non si fa contaminare dal modo di operare tipico del vecchio continente. Ottieni risultati se i direttori sportivi sono competenti, alzi i trofei se in panchina c'è gente che sa come si vince.

Il calcio è molto più semplice di come i cantori della modernità vogliono farlo apparire. Troppo spesso, dal 2011 a oggi, i problemi della Roma più che sulla fascia destra andavano e vanno rintracciati dietro le scrivanie. 14 anni. 1 Conference League e 4 partecipazioni alla Champions League . Bottino misero. Vogliamo aggiungere 1 Europa League rubata, 1 semifinale di Champions League e 2 di Europa League? Ok, ma il bottino rimane misero. Soprattutto per come si erano presentati gli americani nel 2011, e per come erano stati descritti nel 2020. Non parleremo di conti, di bilanci e di marketing. Perché sarebbe come sparare sulla croce rossa. Nel calcio hai la fortuna che a fine stagione tutto si azzera. Tempo per cambiare il corso c'è. Ma non si può più sbagliare. Perché da American Dream ad American Dramma è un attimo .

In the box - @augustociardi75