Manca Dovbyk
IL TEMPO (L. PES) - Tra gli innumerevoli problemi che affliggono la Roma in questa stagione tormentata ce n'è uno più preoccupante di altri. Artem Dovbyk non incide e la sua assenza a livello realizzativo si fa sentire eccome. Arrivato tra l'entusiasmo generale in estate dopo una trattativa lunga e difficile col Girona e quasi 40 milioni investiti sull'ultimo capocannoniere della Liga, oggi l'ucraino è ancora alla ricerca di se stesso. «È troppo "signore", gli manca cattiveria» ha detto Ranieri dopo il match con l'Atalanta (dove ha fallito un'altra occasione clamorosa a tu per tu col portiere avversario), e i numeri impietosi delle ultime settimane danno ragione al tecnico. Un gol nelle ultime sei gare di campionato e solamente quattro realizzazioni in tredici presenze. Numeri da centravanti non proprio del suo calibro, anche se per andare alla radice dei suoi problemi ci sono due aspetti fondamentali da analizzare: lui e la squadra. La condizione fisica precaria ormai da tempo non lo aiuta. L'influenza lo aveva debilitato nel finale del mese di ottobre, poi in nazionale il riacutizzarsi di un'infiammazione al ginocchio lo ha tenuto praticamente sempre ai box. Una volta tornato a Roma Ranieri lo ha rivisto soltanto a due giorni dall'esordio a Napoli , ma all'ex Girona non si può rinunciare visto il valore dei sostituti e alla fine va sempre in campo dal primo minuto, compresa l'ultima uscita contro i nerazzurri, anche se la condizione è tutt'altro che brillante. Poi c'è il linguaggio del corpo. La lotta con Hien è
stata feroce e Artem si è dimostrato generoso finché è stato in campo. Ma la punta della Roma appare spesso poco determinata soprattutto dentro l'area di rigore. Manca quella «sana ignoranza» che un attaccante deve avere se vuole puntare a numeri da capocannoniere. Di certo nessuno ha chiesto a Dovbyk di vincere la classifica marcatori al primo anno di Serie A, ma anche nelle difficoltà offensive della squadra ha avuto le sue opportunità per essere decisivo. Difficoltà, appunto, quelle che i giallorossi stanno mostrando in questa stagione, soprattutto in fase offensiva. Quattordici gol in altrettante gare sono una media da squadra di bassa classifica, e le ultime reti, sotto la gestione Ranieri , le hanno messe a segno due difensori centrali in Europa League. La mancanza di esterni in grado di arrivare sul fondo e la difficoltà di portare il pallone negli ultimi trenta metri rendono il lavoro decisamente complesso all'ucraino, che anziché avere la possibilità di giocare puntando la porta, spesso si ritrova a difendere il pallone con le spalle all'obiettivo. Un aspetto che anche Sir Claudio ha evidenziato in conferenza stampa, ma ancora non si sono visti cambiamenti sul modo di servire l'attaccante, che non è aiutato né dal suo partner di reparto Dybala , né ha un'alternativa credibile vista la presenza in panchina di Shomurodov . Lavori in corso, verrebbe da dire, ma di tempo la Roma non ne ha, e già da sabato col Lecce i tre punti sono d'obbligo per cominciare ad allontanarsi dalle zone pericolose. Sperando nel risveglio (non solo) di Dovbyk.