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Federico Dimarco, interismo, riscatto e delusione

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Dopo la pessima stagione disputata dal laterale sotto l’ultima guida Inzaghi, una pioggia incessante di critiche -alcune giuste, altre eccessive- si sono abbattute su di lui. Ora più che mai abbiamo bisogno del riscatto di tutti, soprattutto di un simbolo di interismo come Dimarco

Una svolta inaspettata

Era il 2022 quando, guardandolo schierato come braccetto nei 3 di difesa, più di qualche preoccupazione si destava nei cuori nerazzurri. Poi la svolta: nella pausa nazionali, Mancini lo schiera nel ruolo dove è cresciuto tanto durante la sua carriera, come quinto a sinistra (ma va?). Ed ecco quindi che il vuoto lasciato da Perisic è subito colmato da un crescente Dimarco che inizia a incantare tutti, tra una punizione, un cross teso e una pennellata sulla testa di Lautaro. Una crescita esplosiva, che ha il suo culmine al termine della stagione 2022/2023 quando viene nominato miglior terzino sinistro di quella edizione della Champions League, finita con la sconfitta – quasi dolce, paragonata agli eventi recenti – per 1-0 contro il Manchester City.

Primi segnali di declino

L’indimenticabile stagione 2023/2024 ci ha fatto vedere i nostri come “ingiocabili“, tutti. Tra tutti, uno di quelli che ha brillato più intensamente è stato proprio Dimarco. Ben 6 gol e 8 assist, tra cui quello pesantissimo e illusorio a Madrid, negli ottavi che poi ci hanno visti eliminati a vantaggio dell’Atleti. Ma gli occhi più attenti avevano già notato le prime avvisaglie di pericolo: la sostituzione di “Dimash” sempre intorno al minuto 65, per ko tecnico. La limitata autonomia dell’esterno di centrocampo infatti, insieme alle qualità difensive decisamente non all’altezza di quelle offensive, sono sembrate un piccolo neo nella stagione (quasi) perfetta che ci ha portato le due stelle, per poi diventare un’enorme macchia quando le cose hanno iniziato a mettersi male.

La stagione horror dell’Inter e di Dimarco

Per quanto il processo di crescita che ognuno di noi contribuisca a formare la famosa “corazza” contro le montagne russe della vita, lo scrivente (e sicuramente molti di voi) ha ancora qualche difficoltà nello snocciolare la scorsa stagione. Sicuramente per Dimarco sono stati 9-10 mesi da dimenticare, approcciatosi alla stagione come mostro sacro, incedibile, punto cardine della squadra e terminandola come uno dei più criticati. Le piccole crepe mostrate durante il 2024 sono diventate voragini nel 2025. Prestazioni opache, errori difensivi e una condizione fisica sempre più precaria. Mentre l’ultima non è imputabile al solo Dimarco, viste le problematiche simili diffuse in tutta la rosa nell’anno passato, le altre due sono state sicuramente un suo grossissimo passo indietro, rendendo l’ultima stagione una stagione da dimenticare. Il nuovo “governo Chivu” può essere fondamentale nell’attuale riforma strumentale alla ripresa della fascia sinistra nerazzurra.

Chivuismo, gioia e rivoluzione

Lasciatosi alle spalle la finale persa malamente, la delusione in campionato, le coppe(tte) regalate ai cugini e il duello pluriennale (vinto) con Theo Hernandez, adesso per Dimarco, come per tutta l’Inter, si aprono nuovi orizzonti, nuove possibilità. Il 3-5-2, visto nelle amichevoli, lo vede schierato nello stesso ruolo in cui ha riscontrato criticità come detto sopra, ma tutti sappiamo che la continuità tattica con Inzaghi è propedeutica alla transizione verso l’Inter di Chivu, che pare essere perfetta per Dimarco. Il 3-4-3, con o senza Lookman, lo vedrebbe come esterno in un centrocampo a 4, ruolo che gli permetterebbe di fare ciò che sa fare meglio: attaccare. Sicuramente la competizione con un rampante Carlos Augusto non può che tirar fuori il meglio dal nostro Dimash, che deve ripartire, insieme all’Inter. Deve ripartire insieme al suo grande amore, il nostro grande amore, che lui ha visto cadere e rialzarsi, prima come spettatore in curva e poi come protagonista in campo. Una possibilità Dimarco l’ha meritata e tutti ci auguriamo che un grande interista come lui torni a brillare, per la gioia di tutti i cuori nerazzurri del mondo che sarebbero degnamente rappresentati.