La povertà e la rinascita: ecco Leon Bailey, figlio del vento
Leon Bailey non è il primo né l’ultimo a poter raccontare una storia di povertà e di rinascita, d piaghe sociali e benessere, di sparatorie e tintinnio di soldi, adesso tanti. La vita ricomincia sempre, ogni giorno, scrive oggi Il Messaggero (A. Angeloni).
A volte anche in meno tempo ti sa dare una chance. Per qualcuno sono prove dell’esistenza di Dio, per altri fortuna. Leon Bailey non è nemmeno l’ultimo della serie, di strada ne ha fatta, correndo veloce come il vento, come il mito del suo paese, Usain Bolt. Fame e velocità, sono le qualità che Gasp cerca. Bailey ce le ha, oggi almeno la velocità, quella si, gli è rimasta.
La Roma lo aspetta, specialmente Gasp, che lo ha rivisto nell’ultima amichevole contro la Roma e se n’è invaghito, Emery glielo ha raccontato come si deve. E già un discreto background da calciatore, avendo militato per citare due grandi campionati, in Bundesliga. Bailey, soprannominato Chippy, non sapeva leggere né scrivere fino a quattordici anni, oggi legge e scrive in sei lingue, tedesco, francese, olandese, fiammingo, inglese, giamaicano e, chissà, se andrà tutto in porto, tra qualche mese masticherà bene pur l’italiano.
Buttler aveva fondato una società, Phoenix, per reclutare i ragazzi e toglierli dalla strada: si giocava a calcio, si affinava la tecnica e si allenava quello che già era un talento naturale per i giamaicani, la velocità. Il trasferimento in Europa è stato naturale, necessario: un valigia, tante scatole di tonno e pochi soldi. Solo speranza. Si è partiti per l’Austria, poi per il Belgio, l’Olanda, Germania, e quindi l’Inghilterra: Gent è stata la prima tappa per Bailey, poi il Leverkusen, quindi l’Aston Villa. Il papà oggi è un manager di successo, ieri ha posto foto dal Colosseo.
Fonte: Il Messaggero
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