ESCLUSIVA – Robredo su Sinner-Alcaraz: “Carlos è un mago, Jannik un robot”
“Uno è il bianco, l’altro è il nero”. Come lo yin e lo yang della cultura e della filosofia cinese, così Tommy Robredo, ex numero 5 del mondo, ha definito il dualismo dominatore del tennis mondiale. Il binomio Sinner-Alcaraz è stato sviscerato a fondo dall’attuale direttore dell’ATP 500 di Barcellona che, nella lunga intervista con il vicedirettore di Spazio Tennis, Lorenzo Ercoli, ha analizzato entrambi i campioni per capire cosa li rende migliori degli altri.
“I più grandi campioni dello sport sono migliori degli altri perché mentalmente sono più forti – afferma Robredo –. Sono capaci di giocare i punti importanti, le parti decisive del game, del set o della partita al massimo livello. Alla fine, se prendi giocatori tra i primi 100 o 200 del mondo, tutti colpiscono la palla molto bene, ma questi ragazzi hanno qualcosa in più, soprattutto dal punto di vista mentale”.
La forza d’animo e la concentrazione nei momenti chiave rimangono le peculiarità che contraddistinguono i “Sincaraz” dal resto del tour; mentre tra di loro, dal punto di vista puramente tecnico, le differenze ci sono, eccome, anche se alla base resta un talento senza eguali per entrambi. “Jannik ha un movimento di gambe eccezionale, colpisce sempre con il peso del corpo in avanti e praticamente non sbaglia mai. Se deve giocare incrociato, gioca incrociato; se deve cambiare lungolinea, lo fa. È come un robot: fa sempre la cosa perfetta nel momento perfetto. Carlos, invece, è diverso: è più un mago. Fa quello che serve all’inizio del punto e poi ci mette la magia. Fa la smorzata, l’angolo, le parti difficili del gioco. È bellissimo per i tifosi avere una rivalità così, con stili di gioco così diversi”.
E, continuando sul piano tecnico-tattico, Robredo ha poi aggiunto: “Carlos ha un movimento di gambe incredibile. Abbassa molto le ginocchia e poi salta, creando una grande potenza. Ruota molto bene il corpo e riesce a generare tanta forza. Con il dritto riesce a giocare con tantissimo topspin e questo rende la vita molto difficile agli altri giocatori. Jannik gioca molto più piatto, mentre Carlos usa tantissimo topspin. Per questo Carlos è forse un po’ più avanti sui campi più lenti, mentre Sinner è più efficace su quelli molto veloci. Ma entrambi possono fare praticamente tutto e farlo in modo eccellente”.
Sul murciano, Robredo ha poi voluto sottolineare il suo carattere resiliente, tipico dello spirito spagnolo, e la sua capacità di rimanere freddo nei momenti importanti: “Ci sono giocatori che colpiscono anche più forte, ma poi sulla palla break sbagliano. Carlos può perdere uno o due game, ma poi può vincerne quattro di fila e ucciderti. Può sembrare distratto per qualche minuto, ma in realtà ha sempre il controllo della partita. Contro di lui non sai mai cosa succederà. Può sorprenderti in qualsiasi momento. Può fare il colpo migliore possibile o un colpo magico, e questo rende l’avversario più disattento”.
Infine, Robredo si è espresso anche sull’ormai ex allenatore del classe 2003, Juan Carlos Ferrero, e sul rapporto che esisteva fra i due: “Ricordo che sentii dire che Juanki stava allenando un ragazzo di 15 anni che sarebbe diventato numero uno del mondo. Sembrava una grande scommessa, ma aveva ragione: Carlos è toccato dalla magia. Ferrero è un vincente, era numero uno del mondo e si allenava più duramente di chiunque altro. Per lui perdere era qualcosa di molto, molto brutto. Tutto questo carattere lo ha trasmesso a Carlos. Due anni fa Carlos era distratto anche mezz’ora a partita, oggi al massimo due o cinque minuti”.
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