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Декабрь
2025

Dall’elettrico puro al “doppio binario”, la svolta forzata dell’auto globale

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Nel 2025 il settore automobilistico globale ha avviato una profonda revisione delle proprie strategie sull’elettrico. Dopo anni di annunci e investimenti miliardari, molti costruttori occidentali stanno rallentando la corsa verso l’auto a batteria, scegliendo un approccio più prudente e flessibile: il doppio binario, che affianca veicoli elettrici puri a ibridi e motorizzazioni tradizionali sempre più efficienti. Una frenata che contrasta con l’avanzata della Cina, oggi leader nella produzione di veicoli elettrificati a basso costo grazie a una filiera iper-efficiente e fortemente sostenuta da sussidi pubblici.

Negli Stati Uniti il cambio di rotta è evidente. Ford ha annunciato un deciso ridimensionamento dei piani sull’elettrico, accettando oneri straordinari per miliardi di dollari pur di uscire da una strategia giudicata troppo onerosa nel lungo periodo. L’azienda ha scelto di rifocalizzarsi su modelli ibridi e a combustione, ritenuti più in linea con la domanda reale del mercato. Scelte simili arrivano anche da altri gruppi: Stellantis ha cancellato un pickup completamente elettrico puntando su una versione a autonomia estesa, mentre General Motors ha riconvertito impianti destinati ai propulsori elettrici verso motori V8 di nuova generazione per i grandi pick-up.

A pesare non è solo il raffreddamento dell’interesse dei consumatori, ma anche il mutato contesto politico e regolatorio. Il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump ha accelerato l’inversione di tendenza: stop ai crediti d’imposta per l’acquisto di veicoli elettrici, allentamento degli standard sui consumi e revisione delle basi legali che consentivano di imporre limiti stringenti alle emissioni. In questo scenario, per molti costruttori l’elettrico puro non è più l’unica strada percorribile nel breve periodo.

Anche l’Europa ha scelto una soluzione più graduale. Dopo mesi di pressioni da parte dell’industria e di diversi governi nazionali, la Commissione europea ha rivisto l’obiettivo di zero emissioni al 2035, consentendo una riduzione del 90% rispetto ai livelli del 2021 e aprendo all’uso di carburanti sostenibili, idrogeno ed e-fuel per compensare le emissioni. Di fatto, l’approccio multi-tecnologico è divenuto modalità di transizione, evitando sanzioni potenzialmente miliardarie per i costruttori che non riuscirebbero a colmare il divario tra obiettivi normativi e vendite effettive.

In questo contesto si inserisce la strategia cinese. I dazi europei sulle auto elettriche prodotte in Cina hanno spinto i marchi asiatici a puntare con decisione sui plug-in hybrid (come pure sui motori a combustione tradizionali), esclusi dalle tariffe. Il risultato è stato un rapido aumento delle vendite di modelli cinesi, capaci di coniugare prezzi competitivi e tecnologie mature. Un paradosso che mostra come le barriere commerciali, da sole, non bastino a fermare una filiera come detto estremamente efficace.

Il quadro che emerge è chiaro: la transizione verso la mobilità elettrica non sarà lineare né uniforme. Nel medio periodo, il futuro dell’auto in Occidente sembra nondimeno passare da una coesistenza di soluzioni, dove elettrico, ibrido e combustione evoluta convivono. Quel doppio binario di cui sopra, che oggi rappresenta il compromesso più realistico tra sostenibilità ambientale, industriale e domanda del mercato.

L'articolo Dall’elettrico puro al “doppio binario”, la svolta forzata dell’auto globale proviene da Il Fatto Quotidiano.