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Musetti: “Lavoro duramente per ridurre il gap con Sinner e Alcaraz. Perlas? Ne avevamo bisogno”

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Mentre la maggior parte delle persone si sta godendo le festività natalizie e sta forse ancora pensando a come passare il Capodanno, diversi tennisti sono già in Australia, pronti ad iniziare il loro 2026. La stagione ripartirà ufficialmente venerdì 2 gennaio con la United Cup, mentre da lunedì 5 il calendario ATP offrirà i primi ‘250’ della stagione, ovvero Brisbane e Hong Kong. A quest’ultimo torneo parteciperà anche Lorenzo Musetti, reduce da un 2025 che gli ha portato in dote il best ranking di n. 6 del mondo e che al podcast di Gill Gross ha raccontato gli obiettivi per la prossima stagione: su tutti, ridurre il gap con chi sta dominando la scena.

D. Quali sono i tuoi obiettivi per il 2026 e cosa pensi di aver imparato dalle tue esperienze contro Alcaraz e Sinner nel 2025?
Lorenzo Musetti: “Per quanto riguarda gli obiettivi, l’idea è sicuramente quella di cercare di ridurre il gap che ho con Alcaraz e Sinner. Ho giocato più volte contro Carlos, mentre con Jannik ho avuto solo un incontro, a New York, dove non sono riuscito a esprimere me stesso. Contro Carlos, però, mi sono sentito bene, soprattutto su terra battuta, come a Montecarlo e al Roland Garros, dov’ero anche avanti di un set. Ma ogni volta che cercavo di raggiungere il suo livello, ho avuto qualche infortunio, che mi ha impedito di arrivare dove volevo. Per ridurre quel gap, devo lavorare tanto sul fisico e, fortunatamente, sto già facendo progressi. Ho anche il nuovo coach, José, che mi darà sicuramente dei consigli utili”.

D. Parlando di José, come hai deciso di aggiungerlo al tuo team? Qual è la tua relazione con Simone Tartarini, che ti allena da quando avevi 8 anni?
Lorenzo Musetti: “Simone è il mio coach da quando ero bambino e la nostra relazione va oltre il tennis. Quello che abbiamo è una connessione unica, che non cambierà mai. Aggiungere José è stata una decisione che ho preso perché sentivo che c’era bisogno di qualcosa in più, di vedere cosa potesse portare una figura esterna. La nostra relazione con Simone è fortissima, ma questo nuovo passaggio mi permetterà di fare uno step in avanti per cercare di ridurre il gap che ho con i primi due del mondo. José ha un’esperienza enorme, sono sicuro che contribuirà tanto al mio percorso”.

D. José ha allenato dei giocatori di altissimo livello come Juan Carlos Ferrero, Tipsarevic, Fognini e Carlos Moya. Cosa ti piace di più di lui come coach?
Lorenzo Musetti: “Con José ci siamo parlati prima che diventasse parte del mio team. Volevamo capire cosa vedesse in me, cosa pensasse mi mancasse. Entrambi, Simone e José, erano d’accordo sulla visione che hanno di me. Mi hanno detto che devo diventare più aggressivo. Il lavoro non riguarda solo l’aspetto tecnico, ma anche fuori dal campo, come il recupero, l’alimentazione, il sonno. L’approccio globale mi piace molto. Sono contento di come stanno andando le cose”.

D. L’anno scorso, durante lo US Open, mi parlavi dei cambiamenti alla tua tecnica di servizio. Hai fatto altri cambiamenti durante la off-season o sei soddisfatto della forma che avevi alla fine dell’anno?
Lorenzo Musetti: “Non ho fatto grandi cambiamenti al movimento del mio servizio. Sono rimasto costante da quando ho giocato agli US Open fino alla fine dell’anno. Penso che ci sia qualcosa che mi dà molta fiducia, soprattutto sul cemento. Voglio essere più consistente, più preciso, e cercare di essere più aggressivo sin dai primi colpi, come il servizio, la risposta. Questo è il mio obiettivo principale dal punto di vista tecnico. Tutto il mio team è d’accordo su questo”.

(di Federica Migliorati)