Ricardas Berankis, icona del tennis lituano, saluta il tennis
In un paese che non ha mai visto il tennis come sua priorità, Ricardas Berankis è riuscito a emergere e a ispirare una generazione. Se dopo di lui sono arrivati altri tennisti, come Vilius Gaubas o Edas Budvilas, è anche merito suo. Il 35enne lituano in carriera ha brillato a livello juniores, con un best ranking di numero 1 Under 18, due finali Slam in singolo, di cui una vinta allo US Open, e la vittoria all’Orange Bowl contro Grigor Dimitrov.
Nel tour maggiore, allo stesso modo, sarebbe folle definire quella di Berankis una carriera fallimentare. Il best ranking al numero 50 del mondo sarebbe un sogno per tantissimi tennisti, tanto quanto giocare e superare turni nei tabelloni principali degli Slam. Il bottino a fine carriera di Ricardas è di 2 finali ATP in singolo, ai 250 di Los Angeles e Mosca, 15 titoli challenger su 25 finali disputate sempre in singolare e un titolo ATP in doppio, a Houston.
Le oltre 300 settimane in top 100 simboleggiano la forza di un giocatore che sulle sue spalle ha portato anche il suo paese. Sono il simbolo che i 200 chilometri percorsi da Ricardas, ad appena 9 anni, per andarsi ad allenare da Remigijus Balzekas non sono stavi vani. L’addio di un giocatore simile, comunicato da lui stesso su Instagram, non può che suscitare qualche emozione:
“Oggi è uno di quei giorni che sembrano non arrivare mai, ma quando arrivano ti toccano profondamente e ti rendono molto sensibile. Voglio annunciare che ho preso una delle decisioni più difficili della mia vita: porre fine alla mia carriera tennistica professionale. Venticinque anni non sono solo un numero. Sono un percorso di vita, un sogno d’infanzia di raggiungere le vette del tennis che ho seguito. Questa fase è passata in un attimo, ma allo stesso tempo ha lasciato un’incredibile quantità di emozioni, lotte, vittorie, esperienze dolorose, ricordi indelebili e conoscenze che mi accompagneranno per il resto della mia vita. Ci sono stati alti e bassi. Queste esperienze mi hanno plasmato come atleta e come persona. Ogni storia ha un inizio e una fine…Oggi chiudo uno dei capitoli più importanti della mia vita, e lo faccio con serenità e gratitudine. Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini: la mia famiglia, gli amici, gli allenatori, i compagni di squadra, gli sponsor, i partner, i tifosi e tutti coloro che hanno creduto in me, mi hanno sostenuto, incoraggiato e aiutato a rialzarmi nei momenti più difficili. La mia fede e il vostro sostegno sono stati la mia forza motrice.
Credo che avremo un’altra occasione per incontrarci e ricordare il mio percorso. Grazie di tutto.”
