Mini alloggi a dieci euro al giorno con soldi pubblici: è così che Ance Veneto vuole affrontare la questione abitativa?
Che in Italia siamo di fronte ad un passaggio epocale e che potrebbe generare frutti avvelenati nel campo del diritto all’abitare lo dicono una serie di proposte, atti ed interventi urbanistici che vengono fatti passare sotto le parole “interesse pubblico”, ma che in realtà rappresentano una vera e propria appropriazione da parte di privati, costruttori e finanza immobiliare, di porzioni di città con un grande interesse a mettere le mani sul patrimonio immobiliare pubblico.
Così c’è chi si fa avanti e non a caso in periodo di elezioni regionali propone forme e programmi sull’abitare che solo apparentemente appaiono come risposta sociale alla precarietà abitativa.
Per esempio l’Ance del Veneto nei giorni scorsi, quasi in sordina, ha proposto – a suo dire – una soluzione per garantire l’accesso alla casa a canoni accessibili tramite comunità abitative per favorire, soprattutto, le giovani coppie e coloro che dispongono di un solo reddito.
Addirittura Ance del Veneto si lancia nel dichiarare che loro con la modica cifra di 8-10 euro al giorno potrebbero offrire, in tempi anche relativamente brevi, soluzioni abitative sostenibili per le categorie cosiddette fragili che ovviamente non possono permettersi di spendere oltre il 40% del reddito per un alloggio dignitoso.
Quindi secondo Ance Veneto con soli 10 euro al giorno, per ogni persona, potrebbero, bontà loro, normalizzare il mercato della casa in affitto, ma prendendo in mano il patrimonio edilizio pubblico e privato dismesso. Se si approfondisce il progetto di Ance Veneto se ne chiariscono anche i contorni, che poi non sono così filantropici come presentati.
Intanto si parla di partnership tra pubblico e privato e di adozione di modelli finanziari moderni che sono definiti nella proposta “Abitare Veneto”, che Ance Veneto promuove. Questa prevede affitti brevi o mensili e contratti di durata media fino a un massimo di 3 anni per garantire parole magiche per i privati quali “flessibilità” e “adattabilità” – destinati in particolare a giovani coppie, lavoratori temporanei (anche questi precari, a case precarie cosa non offrire se non lavoratori precari?), a famiglie in transizione abitativa (chissà verso dove, e comunque precarie) e studenti.
Ance parla di alloggi che avrebbero dimensioni da lillipuziani, con una superficie minima di 20 mq per una persona e 28 mq per due persone in conformità, come non prenderlo a riferimento, il Decreto Salva Casa del 2024.
Questi alloggi, se così possiamo definirli, ovviamente avrebbero un’anima green, sarebbero realizzati e riqualificati con criteri di sostenibilità energetica, accessibilità e prevederebbero dotazioni comuni quali lavanderia, coworking, orti urbani e aree condivise.
“Abitare Veneto”, ovviamente, si basa su una rigenerazione che mette gli occhi su immobili pubblici sottoutilizzati o dismessi ma anche nuove costruzioni. Quindi il primo tassello è posto: “ci sono tanti immobili pubblici vuoti, dateli a noi, Ance Veneto”.
Per quanto attiene gli strumenti finanziari, secondo Ance sarebbero innovativi: questi sarebbero creati con fondi pubblici regionali, ovviamente soldi pubblici, che secondo Ance dovrebbero garantire e attrarre investitori istituzionali e social impact funds, attraverso sostegni diretti alle ristrutturazioni.
Ovviamente il capitale iniziale viene da un cofinanziamento regionale con supporto di istituti bancari, fondi europei Fesr e Pnrr, sostanzialmente risorse pubbliche o a debito per il pubblico.
Ance Veneto afferma che “Abitare Veneto” potrebbe rigenerare, chiaramente con immobili pubblici e con soldi pubblici, 5.000 unità abitative, con un costo medio di affitti mensile sotto i 300 euro. Ance Veneto ovviamente si è già fatta la sua mappatura e stima di riattivare 100 edifici pubblici dismessi. Domanda: ma se gli immobili sono pubblici e le risorse economiche pure, perché si dovrebbe appaltare questa operazione ad Ance?
Infine, è lecito standardizzare, con immobili pubblici e risorse pubbliche, offerte abitative precarie dai 20 ai 28 mq? Queste sarebbero politiche abitative innovative?
L'articolo Mini alloggi a dieci euro al giorno con soldi pubblici: è così che Ance Veneto vuole affrontare la questione abitativa? proviene da Il Fatto Quotidiano.
