Germania, scontro interno all’AfD tra viaggi in Russia e veleni incrociati. In crisi la strategia estera del partito
Se non tempesta, quantomeno vento forte agita la AfD. Il principale partito di opposizione tedesco si divide sulla contiguità con la Russia. Rainer Rothfuß, deputato AfD della Baviera, circoscrizione elettorale dell’Oberallgäu (Alta Algovia), ha suscitato l’ira della dirigenza del gruppo parlamentare. Ha presentato una richiesta di viaggio al gruppo di lavoro per gli affari esteri che è stata approvata. Tuttavia, non ha menzionato la sua intenzione di incontrarvi l’ex presidente russo Dmitrij Medvedev; già l’anno scorso, peraltro, era andato con una delegazione a Sochi e vi si era fatto fotografare insieme a lui. Alice Weidel vuole adesso evitare che circolino di nuovo immagini che danneggerebbero il partito. Tanto più dopo che l’esperta di politica estera Susanne Fürst, del partito austriaco confratello FPÖ, invitata a una riunione del gruppo parlamentare blu, ha chiarito che dall’inizio della guerra di aggressione contro l’Ucraina neppure un parlamentare FPÖ è andato in Russia.
Weidel ha quindi criticato il gruppo di lavoro per gli affari esteri del suo partito in modo insolitamente aspro: la richiesta avrebbe dovuto essere esaminata più approfonditamente, in anticipo e “per dirla senza mezzi termini, non riesco a capirne il senso. Io non l’avrei fatto in quel modo”. E infine ha deciso: “Il signor Rothfuß rimarrà qui”. Raramente qualcuno è stato rimproverato così pubblicamente dalla dirigenza del partito negli ultimi tempi. Tanto più che il destinatario è Markus Frohnmaier, portavoce per la politica estera, uno dei più stretti confidenti di Weidel, il cui crescente desiderio di riconoscimento aveva peraltro già provocato la sua insofferenza. Successivamente, Weidel ha cercato però di limitare i danni di immagine e ha dichiarato che “Markus Frohnmaier guida il gruppo di lavoro affari esteri in modo assolutamente impeccabile”. La AfD affronta una crescente opposizione da parte di CDU/CSU, soprattutto per i contatti con la Russia. I partiti di Governo hanno persino voluto un dibattito parlamentare dal titolo: “Impatto delle relazioni dell’AfD con la Russia sugli interessi di sicurezza della Germania – Non patriottismo, ma una potenziale minaccia alla nostra sicurezza”. L’accusa va oltre il viaggio: è che l’AfD funge da cavallo di Troia per gli interessi del Cremlino e, attraverso numerose interrogazioni su consegne di armi all’Ucraina, renderebbe facilmente reperibili al FSB russo informazioni militari.
In seno alla AfD è in pieno svolgimento una discussione sull’orientamento della politica estera. Weidel cerca un riavvicinamento con gli USA di Trump, per recuperare il sostegno avuto con Elon Musk, poi finito in ombra. In questo senso va letta la sua critica aperta alla Russia di fine settembre dopo gli incidenti nello spazio aereo della NATO, in cui sostiene che la pazienza di Trump non va messa alla prova. Il gruppo di lavoro per gli affari esteri sembra invece vederla diversamente e ha approvato all’unanimità il viaggio programmato da Rothfuß. In questa scia anche il co-presidente del partito Tino Chrupalla, che difende i contatti con la Russia. Chrupalla d’altronde proviene dalla ex Germania Est, dove sono ancora diffusi sentimenti filorussi. Ha ribadito che Mosca non rappresenta una minaccia per la Germania, sottolineando che il viaggio a Sochi sarebbe un incontro dei paesi BRICS, a cui parteciperanno anche rappresentanti di India e Cina. Riferendosi specificamente a Vladimir Putin, ha detto “non mi ha fatto nulla” e ha spiegato che “il mio obiettivo è chiaramente quello di attuare una politica di distensione, di cui abbiamo finalmente bisogno”. Alla domanda di un anchorman della ZDF, sull’ipotesi di una guerra ibrida all’orizzonte e sulla situazione in Ucraina, con milioni di persone in fuga, ha risposto che qualsiasi paese potrebbe diventare un pericolo per la Germania: “Anche la Polonia potrebbe rappresentare una minaccia per noi”, ha detto ricordando che la Germania non sta estradando un sospettato dell’attentato al gasdotto Nord Stream.
Di altro avviso il portavoce per la politica di difesa del gruppo parlamentare AfD, Rüdiger Lucassen, un ex colonnello. “Vediamo sistemi d’arma russi ogni settimana in aree in cui non dovrebbero essere presenti. Vediamo uno Stato che non mostra alcuna volontà di procedere verso la pace”, ha dichiarato alla Bild dicendo che parlare della Polonia come di una minaccia non ha nulla a che fare con la politica. Sullo sfondo della lotta intestina al partito ci sono le elezioni regionali del prossimo anno: l’8 marzo in Baden-Württemberg e il 22 marzo in Renania-Palatinato, all’ovest; il 6 settembre in Sassonia-Anhalt e il 20 settembre in Meclemburgo-Pomerania e per l’Abgeordnetenhaus di Berlino, all’est (oltre a comunali in Baviera, Assia e Bassa Sassonia). L’ultimo sondaggio ARD registra che AfD raccoglie la delusione per le politiche degli altri partiti, ma il potenziale di acquisire nuovi elettori parrebbe in gran parte esaurito. AfD è già classificata come “decisamente estremista di destra” in quattro Stati federali e sono in corso ulteriori procedimenti. Dopo lo scandalo per i sospetti di corruzione legati all’eurodeputato Maximilan Krah, un suo consigliere comunale di Ilmenau, in Turingia, è adesso al centro di indagini per i piani di rapimento dell’ex ministro Lauterbach (caso che ha già visto cinque condanne a marzo).
Peraltro, l’atteggiamento verso AfD non è affatto monolitico come viene dichiarato. Il deputato della SPD Sebastian Fiedler, in vista delle future elezioni in Sassonia-Anhalt, ha chiesto la cancellazione mirata di dati governativi in caso di vittoria della AfD; ancorché la legge faccia esplicito riferimento al “trattamento caso per caso” e quindi una campagna di cancellazione su larga scala — volta ad esempio a rimuovere dai file informazioni particolarmente sensibili sull’AfD o sul suo ambiente — sarebbe illegale. Per contro, per votare l’ammorbidimento della legge europea sulle catene di fornitura, i conservatori della EVP non hanno esitato ad accettare anche il voto dell’estrema destra riunita nel gruppo EKR, tra cui — insieme agli italiani FdI, ai francesi RN e agli ungheresi PfE — c’è anche AfD. Per Socialdemocratici, Verdi e Liberali nell’Europarlamento si è trattato della rottura di un tabù e l’euro-rappresentante di AfD Mary Khan ha esultato parlando della “caduta del muro antincendio”.
Al capogruppo EVP Manfred Weber non è rimasto che ribadire che AfD è isolata ed i suoi voti non erano necessari; incassandone conferma dalla socialdemocratica René Repasi, che però ha stigmatizzato il ricorso a quelli degli schieramenti di Le Pen e Orban. In Germania il cancelliere Friedrich Merz, a gennaio, aveva accettato i voti di AfD per l’approvazione della continuazione dei respingimenti alle frontiere; subissato di critiche, ha corretto il tiro e ora ammette che i blu, che finora tallonano nei sondaggi la CDU, sono i suoi principali avversari. Tra i simpatizzanti dell’Unione CDU/CSU, peraltro, se il più recente sondaggio ARD dice che il 41% esclude sempre qualsiasi collaborazione con AfD, ben il 46% auspica che si scelga caso per caso e il 10% che si dovrebbe ricercare un sostegno. L’istituto Infratest-dimap (dati 6 novembre) dà CDU/CSU al 27% e AfD al 26%; i sondaggi del concorrente Forsa, invece (dati dell’11 novembre) danno CDU/CSU al 24% e AfD al 26%.
La direzione del gruppo parlamentare prevede ora di organizzare diversamente il processo di approvazione: i viaggi dei membri del gruppo parlamentare o del personale in “Stati politicamente esposti” o per riunioni con “persone particolarmente esposte” dovranno essere approvati preventivamente dal comitato esecutivo del gruppo parlamentare. Le richieste di viaggio dovranno essere presentate almeno dieci giorni lavorativi prima della partenza, specificando motivo e scopo del viaggio, i contatti previsti e le modalità di finanziamento. Il viaggio a Sochi si terrà però comunque senza Rainer Rothfuß. Nei prossimi giorni — riporta ARD — si recherà in Russia il deputato Steffen Kotré. La direzione del gruppo parlamentare gli ha dato alcune linee guida: niente attività sui social media, niente foto con politici russi e niente interviste con emittenti televisive russe.
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