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Sinner e Alcaraz alla CNN: “due anni di grande rivalità ma fuori dal campo ritorniamo persone”

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La principale rivalità tennistica degli ultimi due anni, la mutua ammirazione e le sfide extra-court, i capelli… La CNN mette Jannik Sinner e Carlos Alcaraz seduti uno al fianco dell’altro all’inizio della settimana delle ATP Finals e li sottopone alle domande di Amanda Davies per qualche minuto di chiacchiere rilassate e con il sorriso sulle labbra. I due assi del nostro sport si interrompono vicendevolmente durante le risposte, guardandosi negli occhi in un clima di complicità che l’anchorwoman inglese appoggia e sollecita con alcuni quesiti che in qualche caso sono più che altro un assist per le loro amenità.


Davies: a questo punto dell’anno non ne avete abbastanza l’uno dell’altro? Avete ancora qualche cosa da dirvi?
Alcaraz: “Allo US Open gli ho detto che vedo più lui che mia madre…, anche se in realtà non mi stufo mai di lui”.
Sinner: “È positivo e negativo allo stesso tempo (sorride)… no, è sempre fantastico incontrarsi”.
Davies: non ci sono molte persone nel mondo che come voi sono protagoniste di una storia come la vostra. Ne parlate insieme, come condividete la vostra esperienza di ciò?
Sinner: “Quando ci alleniamo insieme e ci troviamo nello spogliatoio è bellissimo e possiamo avvicinarci sempre di più e conoscerci meglio; parliamo di cose della vita, della famiglia. Non credo che sia cambiato qualcosa, semplicemente le cose sono migliorate perché il nostro grado di conoscenza reciproca è più alto. Fuori dal campo siamo solo persone”.
Davies: Vi piace la parola rivalità?
Alcaraz: “È una parola che attiene esclusivamente al mondo del tennis. Voglio dire che in partita cerchiamo di capire i punti deboli dell’altro per poterlo battere, ma quando ci stringiamo la mano le cose cambiano e in certi momenti ci dimentichiamo persino di questa rivalità. E questo lo trovo bello (Sinner annuisce)”.
Davies: La vostra rivalità riguarda anche golf, kart, e tu (Alcaraz) suggerisci anche lo sci!
Alcaraz: “No no no, sullo sci ho detto che non ho chance (ridono Davies e Jannik, soddisfatto), mentre Sinner concede: “la distanza che c’è nello sci tra me e lui è la stessa che c’è nel golf (a vantaggio di Carlos); a meno che tu hai preso segretamente delle lezioni di sci”. Di nuovo Alcaraz: “Non parlerò del mio livello sciistico. Nel kart mi distrugge ma almeno posso competere senza la paura di farmi male”.
Davies: Carlos cosa significa per te il trofeo delle Finals, essere il numero uno a fine stagione?
Alcaraz: “È qualcosa di ancora più grande per me, vincere e arrivare in cima alla classifica; gli obbiettivi per me sono in effetti gli stessi”.
Davies: Per te Jannik è diverso, tu hai parlato con meno enfasi della questione sul primo in classifica.
Sinner: “Sì, quest’anno ho dovuto affrontare alcune situazioni inconsuete, è stata un’annata diversa dalle precedenti e poterla chiudere con un grande trofeo sarebbe fantastico. Sì, è stata comunque un’altra stagione splendida”.
Davies: Sulla carta per te Carlos è stato, con otto titoli e due Slam, il tuo anno migliore.
Alcaraz: “Non lo posso certo nascondere: in termini di continuità, di vittorie, di comprensione di diversi aspetti del gioco. Ho capito di più cosa mi servisse per fare bene, dentro e fuori dal campo. Mi conosco meglio e in generale è stato il mio anno migliore”.
Davies: E in termini di capelli, che anno è stato?
Alcaraz (ride): “Beh, ho fatto due, anzi tre cambiamenti, che sono andati benissimo. La mia squadra è terrorizzata se pensa al prossimo anno”.
Davies: Jannik cosa ne pensi? Potrebbe esserti di ispirazione?
Sinner: “Amazing, imprevedibile, ma non mi sarà di ispirazione, a me va bene questo look spettinato. Lui invece va benissimo con questo bianco e nero, anzi dal momento che siamo a Torino potresti tifare per la Juventus
Alcaraz: “Non ci avevo pensato…
Davies: “Grazie e in bocca al lupo a entrambi”.