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Bruno Reverberi: “C’è poca qualità alla base, adesso fai passare pro corridori che non hanno mai vinto una corsa”

Bruno Reverberi torna a parlare della situazione del ciclismo italiano. L’esperto manager, che da più di quarant’anni è alla guida della squadra che oggi porta il nome di VF Group Bardiani-CSF Faizanè ha analizzato con la sua consueta lucidità e sincerità i problemi del movimento nostrano.

Nel corso di un’intervista andata in onda durante l’ultima puntata di Radiocorsa su RaiSport l’ottantatreenne ha sottolineato in particolare le problematiche a livello giovanile e anche a livello economico, viste le difficoltà delle formazioni medio-piccole di competere con le compagini più forti e ricche.

Reverberi ha aperto la propria analisi con un bilancio della stagione della squadra: “Per noi il 2025 non è stato troppo esaltante, anche se abbiamo avuto delle riconferme per i giovani. Però fino al Giro d’Italia siamo andati discretamente, poi abbiamo avuto anche dei problemi fisici, delle cadute. Tutto sommato, considerando che la nostra è la squadra più giovane al mondo, non è che potessimo sperare di più. Purtroppo, se c’è qualcuno che va, non si fa in tempo a lasciarlo maturare che ce lo portano via. In generale siamo andati bene, che poi è quello che abbiamo sempre fatto con le nostre squadre, abbiamo fatto passare tanti giovani ed è normale che, dopo un anno, due o tre, vadano via”.

I risultati hanno faticato ad arrivare anche per il divario sempre più ampio tra le squadre WorldTour e tutte le altre: “E sarà anche peggio, perché c’è poca qualità alla base. Vengono fuori pochi corridori validi, ci sono sempre meno tesserati ed è normale che sia così. Se si va a vedere 10-12 anni fa, io a volte guardo delle fotografie, avevamo una squadra che oggi potresti fare il WorldTour. Una volta andavi a prendere la seconda scelta tra i corridori e trovavi corridori vincenti, adesso fai passare corridori che non hanno mai vinto una corsa, perché la qualità è questa. Purtroppo, non è stato fatto niente per cercare di salvare il più possibile la base e ci troviamo in queste condizioni. Avevamo 300 professionisti e adesso non so se si arriva a 80-90, e il 90% di questi appena pedalicchiano un po’ va nelle squadre straniere e a noi rimane quello che c’è”.

Nonostante tutte le difficoltà, la squadra è in gruppo ormai da oltre quarant’anni: “Noi una funzione l’abbiamo, l’abbiamo sempre avuta. Io mi ricordo anni fa, quando nacque il ProTour, che chiesi a Castellano: ‘Cosa facciamo, ci fate correre il Giro?’. Mi ha detto: ‘Finché sono io alla guida di RCS, la squadra di Reverberi sarà sempre presente. Perché? Perché avete un progetto. Noi abbiamo fatto passare una miriade di giovani, ultimamente quelli che pedalicchiano un po’ in mezzo al gruppo sono passati tutti da noi. Abbiamo una funzione. È evidente che ci penalizza il fatto che un corridore rimanga un anno o due, è sempre più difficile per quel motivo lì”.

Riguardo al 2026, Reverberi svela alcuni cambiamenti: “Non ci sarà più come primo sponsor VF Group, perché è un gruppo in crescita, con investimenti abnormi, e hanno fatto un passo indietro, ma sono rimasti dentro la squadra come [sponsor] laterali. La maglia la terremo sempre più o meno dello stesso colore, per due anni rimane ancora VF Group ma la squadra si chiamerà Bardiani CSF, il nome storico da vent’anni e passa. Questo è importante, ma perché abbiamo sempre usato un po’ di parsimonia nel fare le squadre. Intanto abbiamo sempre preso dei giovani, che costano poco, poi bisogna cercare di tenere un po’ i piedi per terra perché oggi andare a chiedere certe cifre diventa quasi impossibile, perché non sai neanche cosa offrire. Cosa vai a dire a uno sponsor? Abbiamo un ciclismo che sei costretto a chiedere quasi per favore per andare a correre perché non c’è diritto, le corse sono a invito, di conseguenza non è che ti puoi impegnare più di tanto. Noi siamo la squadra più vecchia al mondo, un po’ di parsimonia l’abbiamo usata e se siamo ancora qui un motivo ci sarà”.