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Archiviata l’indagine sull’agente che uccise Moussa Diarra a Verona, la procura: “Fu legittima difesa”

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Poco più di un anno fa un 26enne maliano fu ucciso da un agente della Polfer a Verona. La Procura, dopo le indagini sul caso che avevano portato la comunità maliana in corteo, ha chiesto l’archiviazione nei confronti dell’assistente capo coordinatore indagato per l’omicidio. Moussa Diarra era stato ucciso la mattina del 20 ottobre dello scorso anno davanti alla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova. Al termine delle indagini, durante oltre un anno, è stato stabilito che l’agente della Polfer avrebbe agito per legittima difesa perché aggredito con un coltello. La Procura ritiene che si sia trattato di una difesa “senza alcun dubbio” proporzionata all’offesa, sia per “attualità del pericolo”, che per “ingiustizia dell’offesa”.

Dagli accertamenti sarebbe emerso con evidenza che Diarra, che teneva nella mano destra un coltello da cucina con una lama seghettata di 11 centimetri, si era lanciato contro il poliziotto ad una distanza molto ravvicinata. La procura infine ritiene che “non può nemmeno affermarsi che (l’agente) si sia volontariamente posto in una situazione di pericolo”. “Resta inalterato per noi – commenta il Procuratore capo Raffaele Tito – il senso di dolore per la morte così drammatica di un giovane. Il perché infine egli abbia quel giorno tenuto quel comportamento così aggressivo non è nemmeno oggi stato del tutto chiarito”.

L'articolo Archiviata l’indagine sull’agente che uccise Moussa Diarra a Verona, la procura: “Fu legittima difesa” proviene da Il Fatto Quotidiano.