“La libertà, l’empatia e l’ascolto sono cose su cui non riflettiamo e che diamo per scontate, ma vanno riscoperte specie nella musica”: così Stefano Bollani
Sono una delle coppie più invidiate, longeve e divertenti del mondo dello spettacolo. Stefano Bollani e Valentina Cenni tornano con un paio di progetti in cantiere. Al 77esimo Prix Italia di Napoli hanno confermato che il loro gioiellino televisivo musicale “Via dei Matti n.0″ (“Parleremo dei Beatles, di Duke Ellington, Sonny Rollins e Murolo. Cerchiamo di abbracciare tutta la musica, perché non ci sono gener. Ci saranno anche Toni Servillo e Daniele Sepe”) è in arrivo a dicembre su Rai3, mentre alla Festa del cinema di Roma è stato presentato, in anteprima, il primo documentario di Valentina Cenni “Tutta vita” con Stefano Bollani, Enrico Rava, Paolo Fresu, Daniele Sepe, Antonello Salis, Ares Tavolazzi, Roberto Gatto, Matteo Mancuso, Christian Mascetta e Frida Bollani Magoni.
Dopo le riprese del documentario Valentina Cenni ha sottolineato di Bollani la “sua generosità, questo suo volerti dare sempre con coraggio. Mi ha stupito anche il fatto che lui cerchi sempre di mettere a proprio agio le persone. E questa è una cosa fondamentale nella vita, cioè vai subito e crei subito una comunicazione di pancia, diretta”.
Bollani sulla neo regista ha detto: “Ho capito che i suoi interessi nei confronti della musica e dell’improvvisazione non è solo genuino ma è anche molto alto, cioè i musicisti di jazz raramente riflettono a voce alta sui temi di cui di cui lei voleva farsi portavoce, come la libertà, come l’empatia, l’ascolto, sono cose su cui non riflettiamo perché le abbiamo date per acquisite”.
E ancora: “Invece è bello essere tenuti a riflettere, a capire come funzionano grazie alle sue domande e grazie al suo sguardo perché se non ci fosse questo sguardo esterno noi dieci probabilmente faremo altre cose. Invece grazie alla sua presenza ci ha portato a riflettere… Guarda che far pensare dei jazzisti ce ne vuole eh…”.
“Prima di girare questo documentario, mi ero fatta come si dice, una scaletta gigantesca, – ha spiegato la Cenni – domande da fare, di cose da far fare i musicisti. Poi una volta che sono arrivata lì ho capito che in verità l’unico approccio giusto era proprio essere jazz e stare insieme a loro, a stare in quello che accadeva lì sul momento, vivere nel presente. Ecco, io sono affascinatissima dal loro modo di vivere la musica. Il concerto finale proprio è una traccia all’interno di questo film proprio perché la cosa più interessante, è tutto quello che accade nel frattempo. C’era John Lennon che diceva ‘La vita è quello che ti capita mentre sei impegnato a fare altri progetti’. E quindi vita ce n’è stata tantissima”.
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