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Segre replica a Roccella sulle “gite” ad Auschwitz: “La memoria della verità storica fa male solo a chi ha scheletri nell’armadio”

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“Stento a credere che una ministra della Repubblica, dopo avere definito ‘gite‘ i viaggi di istruzione ad Auschwitz, possa avere detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo. Quale sarebbe la colpa?”. Comincia così la durissima reazione della senatrice a vita, Liliana Segre, alle parole della ministra della Famiglia e per le Pari Opportunità Eugenia Roccella, che ha dichiarato: “Le gite ad Auschwitz secondo me sono state un modo per ribadire che l’antisemitismo era una questione fascista“. La frase è stata pronunciata all’interno di un j’accuse all’intero sistema scolastico italiano e in particolare al mondo delle università, definite ” i peggiori luoghi di non-riflessione”.

Segre, superstite dell’Olocausto, fu arrestata nel gennaio 1944 e deportata proprio ad Auschwitz. E ricorda alla ministra Roccella: “Durante la seconda guerra mondiale, in tutta l’Europa occupata dalle potenze dell’Asse, i nazisti, con la collaborazione zelante dei fascisti locali – compresi quelli italiani della Rsi – realizzarono una colossale industria della morte per cancellare dalla faccia della terra ebrei, rom e sinti e altre minoranze“. Poi Segre conclude: “La formazione dei nostri figli e nipoti deve partire dalla conoscenza della storia. La memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi”.

Le parole di Roccella hanno scatenato anche la reazione delle opposizioni. Il senatore dem Francesco Verducci, vicepresidente della commissione straordinaria contro intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza, ha replicato: “Queste sono parole deliranti. Parole che negano in modo imbarazzante e pericoloso una verità storica incontrovertibile. Auschwitz e la Shoah sono responsabilità storica della follia omicida del nazifascismo. I viaggi di istruzione ad Auschwitz, e non ‘gite’ come dice la Ministra, servono ad onorare la memoria degli italiani che caddero per mano delle leggi razziali promulgate dal fascismo, condotti nei campi di sterminio nazisti”. Per Sandro Ruotolo, responsabile Memoria nella segreteria nazionale del Pd ed europarlamentare, quello di Roccella è “un grave tentativo di riscrivere la storia e di rovesciare le responsabilità“. “Mettere in dubbio il valore della memoria significa svilire la Shoah e insultare le vittime”, aggiunge.

Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, sottolinea anche un altro aspetto delle parole della ministra: “Mostrano una totale insensibilità verso la tragedia che si consuma a Gaza e un’indifferenza assoluta di fronte alla pulizia etnica portata avanti dal governo di Netanyahu contro il popolo palestinese, che per l’Onu costituisce un genocidio. Le gite scolastiche oggi dovremmo organizzarle a Gaza, per far vedere agli studenti cosa significa un genocidio nel terzo millennio: bambini sepolti sotto le macerie, ospedali bombardati, intere famiglie annientate”. E poi l’altro punto: “Vorrei ricordare alla ministra che a volere l’Olocausto furono i nazifascisti, e chi oggi chiede il rispetto del diritto internazionale non va insultato. Parlare di antisemitismo verso chi denuncia i crimini di guerra di Israele è una vergogna”. Durissimo anche il segretario di Più Europa, Riccardo Magi: “Roccella una ne pensa e cento ne sbaglia. Non solo dà una lettura strumentale e provinciale del ricordo dell’Olocausto anche attraverso le gite scolastiche nei campi di concentramento, ma sembra voler sminuire il ruolo del nazifascismo che un secolo fa ha pianificato lo sterminio programmatico degli ebrei in Europa”.

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