Innamorarsi dei classici (e della vita): Guendalina Middei racconta la potenza senza tempo di Dostoevskij e Anna Karenina
Ci sono chiacchierate in cui l’ardore per quello cui l’intervistato si dedica emerge in maniera talmente potente e intensa da travolgerti. Quelle interviste in cui staresti ore a farti contaminare dalle meravigliose storie che sanno sapientemente narrarti. Con passione e padronanza. Quella con Guendalina Middei (@ilprofessorx) è senza dubbio una di queste. Laurea in lettere con indirizzo storico-geografico, un master in giornalismo culturale, scrittura sincera, brillante e limpida, soprattutto un grande, grandissimo amore per la letteratura classica, quella russa in particolare (i cui titoli dei romanzi vengono da lei pronunciati in maniera esemplare).
“Ricordo ancora quello che provai quando lessi il mio primo classico. Avevo quindici anni, e quelle parole, scritte più di un secolo prima, da un autore russo dal nome quasi impronunciabile, esprimevano con incredibile precisione quello che non riuscivo a formulare nemmeno a me stessa. Era come se quel libro mi conoscesse da sempre.” Quel libro diventò, per rimanerlo, il suo faro della letteratura: Delitto e Castigo.
Questa esperienza viene raccontata da Guendalina nel suo libro “Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera”, in una maniera impetuosa e delicata, una scrittura che accompagna anche il suo secondo libro: “Come sopravvivere al lunedì mattina con Lolita”.
Guendalina, a quanto pare, non ti sei innamorata solo di Anna Karenina
“Mi sono letteralmente innamorata di tutti i classici e in particolare dei classici russi, perché ho trovato dentro di loro un’intensità, una potenza, un’emotività nel modo in cui vengono descritte le scene e i personaggi che mi hanno colpito il cuore. Amo ferocemente Dostoevskij. Delitto e Castigo su tutti, ma anche I Fratelli Karamazov e L’Idiota. È come se i suoi personaggi andassero continuamente alla ricerca di se stessi; è uno dei pochissimi scrittori che riesce a farti entrare dentro la pelle dei protagonisti, tanto vicino al cuore del personaggio, da sentirgli i battiti.”
Nel tuo libro “Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera”, regali dieci lezioni sull’arte di leggere i classici
“Spesso e volentieri i classici, forse anche per il modo in cui vengono spiegati e raccontati a scuola, sono un po’ invisi, percepiti come noiosi e impegnativi. Io invece ho voluto raccontare come leggerli possa essere un’esperienza. Un’esperienza che a me ha rivoluzionato la vita. Ho cercato di consigliare quelli che ritenevo essere i più semplici, non tanto per la scrittura, ma per le emozioni che entrano in gioco, fondamentali per vivere nel mondo di oggi. Per capire cos’è l’amore, per capire come affrontare la gelosia o come superare un momento di difficoltà.
Nel primo capitolo spieghi l’immensa capacità di Tolstoj di descrivere la guerra, quella ricchezza di dettagli e di verità in ogni sua frase. Forse perché, la guerra, lui, l’aveva provata davvero
“Tolstoj, ha una capacità disarmante di descrivere l’autenticità della guerra. Sofferta, ma anche profondamente vera: ti fa sentire in maniera potente cosa provano le persone che l’affrontano. Sono letture di un’attualità sconcertante.”
Il tuo legame con i classici va davvero oltre la pura passione letteraria, li consideri degli amici irrinunciabili
“i libri sono innanzitutto degli amici, con loro posso parlare, interrogarli, a volte ci litigo. L’amore per i libri mi ha aiutato moltissimo da adolescente introversa e con qualche difficoltà a relazionarsi. Mi hanno permesso di scoprirmi e di trovarmi. Mi hanno suggerito le parole per raggiungere la mia dimensione. I classici, che siano L’Infinito di Leopardi, il Demian di Herman Hesse, o i libri di Dostoevskij, parlano di questo: di personaggi che vanno alla ricerca di se stessi, che si domandano quale sia il loro posto nel mondo. Leggendoli, ti immedesimi, riuscendo a trovare quei tasselli che in quel momento senti mancanti. Una sorta di educazione alla scoperta. Grazie a loro, quell’adolescente timida, ora fa conferenze in giro per l’Italia e a breve sarà a teatro con il mio spettacolo.”
Spettacolo che porta il nome del tuo libro “Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera”, in scena a Torino, a Seriate, e soprattutto, l’appuntamento tanto atteso al Teatro Manzoni di Milano lunedì 17 novembre
“Lo spettacolo porta il titolo del libro, ma in realtà parlerò anche di autori diversi, per non portarne sul palco una replica. Sarà un viaggio attraverso l’arte e la letteratura, partendo da Dante e da alcuni dei più bei versi della Divina Commedia, passando per la cultura letteraria rinascimentale a quella ottocentesca. Il filo rosso che lega questi autori è l’insegnamento che ci hanno lasciato. Quell’insegnamento a sentire più intensamente, ad amare più appassionatamente, quella capacità di ritrovare i sentimenti perduti.”
È affascinante ascoltarti. Trasmetti una gioia e un fervore tali da far venir voglia di iniziare la giornata “con caffè e Dostoevskij”, e “pane e Guerra e Pace”.
“I libri che vale la pena leggere e rileggere sono quelli che diventano dei tuoi amici. È questo quello che suscita un buon libro. Un bravo scrittore ti aiuta a entrare in intimità con il personaggio. Quando leggi Orgoglio e Pregiudizio, non puoi non entrare in simbiosi con i sentimenti contrastanti che prova Elisabeth Bennet nei confronti di Mr. Darcy. Io poi dico sempre: se un libro non ti prende, chiudilo senza pietà! Se non ti infiamma, se non ti appassiona, lascialo. Magari lo riscoprirai più avanti. Nel titolo del libro ho usato volutamente il termine innamorarsi: così come non puoi innamorarti di chiunque, lo stesso vale per i libri. Puoi trovarti davanti al più bel classico di sempre, ma se non ti conquista non è il libro adatto a te, o semplicemente e non è il momento giusto.”
Visto l’impeto con cui ormai ci stai contagiando grazie ai tuoi libri… ci sarà qualche nuova uscita?
“L’anno prossimo uscirà un mio nuovo libro, diverso dai due precedenti: senza spoilerare troppo, sarà dedicato alle vite di alcuni autori molto speciali, storie che ho voluto raccontare proprio perché sono personaggi che hanno sfidato le regola della società, o perché erano donne, o perché erano nati in una condizione di povertà estrema e sono poi riusciti a raggiungere le stelle. Ci saranno sette autori, tra cui Hemingway.”
Adesso, non ci resta che leggere, o rileggere con una visione arricchita, quei classici troppo spesso accantonati: da Lev Tolstoj per sorprenderci, a Miss Jane Austin per trarre qualche lezione d’amore, o del signor Dostoevskij, per trovare il coraggio di mettersi a nudo, riscoprendoli con l’amore per il particolare e per la meraviglia delle piccole cose. E come direbbe Dostoevskij, anzi, come lo scrive in Delitto e castigo: “Le piccole cose hanno la loro importanza: ed è sempre per le piccole cose che ci si perde.”