Travaglio sul Nove: “Il piano Gaza è merito di Trump. Temo le mine vaganti che tenteranno di rompere la tregua”
“È merito di Donald Trump questo risultato per Gaza? Sì. Ha fatto quello che tutti speravamo che facessero gli Stati Uniti da due anni. Dopodiché Israele e Gaza sono piene di mine vaganti che tenteranno in tutti i modi di far saltare tutto”. Così Marco Travaglio ad Accordi&Disaccordi sul Nove sulla tregua annunciata dal presidente Usa il 9 ottobre. “Si poteva fare già l’anno scorso se Netanyahu non avesse respinto un piano più o meno analogo – parliamo di 25.000 morti fa – perché sperava che da Trump avrebbe avuto via libera su tutto. – ha detto il giornalista – Quando ha perso anche il sostegno di Trump, ha capito che non gli restavano sponde. Quello era l’ultimo amico che gli era rimasto”.
Poi il direttore del Fatto Quotidiano ha espresso un auspicio e una preoccupazione: “Spero che questi mesi di negoziati caotici un po’ su tutti i fronti, abbiano indotto Trump a un minimo di realismo e di prudenza. Infatti ha detto: ‘speriamo che duri’. Dipenderà molto da lui e dagli altri soggetti che lui ha messo in campo. Gli unici che non contano niente sono gli europei, che dovrebbero vincere, se ci fosse il Nobel per miglior attore non protagonista. – ha proseguito – Ma per il resto ci sono pezzi da 90, ci sono tutte le potenze regionali impegnate, dalle satrapie arabe alla Turchia, dalla Siria all’Egitto fino ai russi e ai cinesi, quindi dipenderà da loro. È chiaro che chi dirà di no a questa massa critica che sta cercando di spegnere quell’incendio, si prenderà una bella responsabilità dopodiché Israele e Gaza sono piene di mine vaganti che tenteranno in tutti i modi di far saltare tutto”. Secondo Travaglio “dobbiamo aspettarci qualche attentato eclatante che provochi Netanyahu perché reagisca e ricominci la guerra, dobbiamo aspettarci magari qualche qualche mossa di Netanyahu? Insomma è evidente che il difficile comincia adesso, però negare che questa sia una prima svolta e che sia quello che noi abbiamo sempre auspicato sarebbe ridicolo”.
Il giornalista ha affrontato anche una questione dibattuta dai molti che vedono nel piano Trump l’assenza di coinvolgimento del popolo palestinese: “È una prospettiva coloniale? Io sento tanta gente indignata perché il piano Gaza è un piano coloniale ma quando noi per due anni abbiamo chiesto agli Stati Uniti di obbligare Israele a fare quello che adesso gli hanno fatto fare, che cos’era se non una prospettiva coloniale? È una superpotenza, gli Stati Uniti, che dà degli ordini a una media potenza, Israele, affinché faccia quello che vuole la superpotenza. Cioè noi abbiamo sempre auspicato che di fronte a questa crisi e anche alla crisi Ucraina, gli americani, i cinesi, eccetera facessero mosse coloniali e ogni tanto purtroppo in questo mondo impazzito c’è bisogno molto pragmaticamente e molto cinicamente che qualcuno faccia del colonialismo una volta tanto a fin di bene. Se il risultato sarà quello che tutti auspichiamo”, ha concluso Travaglio.
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