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Mia 2025, l’Italia dell’audiovisivo punta a fare sistema

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di Alessia de Antoniis

“Incontrarsi, parlare, fare networking di persona è fondamentale per portare avanti i progetti e strutturarli in modo solido”. Con queste parole la sottosegretaria al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni ha aperto l’undicesima edizione del MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo (fino al 10 ottobre a Palazzo Barberini e al Cinema Barberini), sottolineando la necessità di un approccio sistemico per competere sui mercati globali.

Durante la conferenza stampa di apertura al Cinema Barberini, moderata dalla direttrice Gaia Tridente, è emerso chiaramente il nuovo corso della politica culturale italiana: coordinamento tra istituzioni e promozione internazionale come chiavi per sostenere un’industria che vale oltre un miliardo di euro di produzione annuale, con una filiera che genera quasi sei miliardi di fatturato complessivo.

L’asse Cultura-Esteri-ICE per l’internazionalizzazione

La Borgonzoni ha annunciato l’accordo appena firmato con ICE per la promozione internazionale, che segue quello del 2024 con il Ministero degli Esteri, segnando una svolta nella strategia di presenza dell’audiovisivo italiano all’estero. “Dobbiamo riuscire a far conoscere il nostro prodotto a livello internazionale – ha dichiarato – energie e fondi li mettiamo, dobbiamo riuscire a fare questo lavoro di coordinamento per non andare in ordine sparso, che è una cosa che tendenzialmente ci viene molto bene ma che non porta i risultati che vorremmo”.

Un messaggio chiaro sulla necessità di superare la frammentazione che tradizionalmente caratterizza il sistema italiano, trasformando il MIA in un modello replicabile di collaborazione pubblico-privato. Come ha sottolineato il presidente di Anica Alessandro Usai: “In Italia si dice spesso che non si riesce a fare sistema. Questo è uno di quei casi nei quali abbiamo operatori privati, istituzioni diverse, ministeri, regione e le due associazioni industriali più rappresentative che hanno fatto una cosa assieme”.

Il direttore generale di ICE Lorenzo Galanti ha confermato l’impegno dell’agenzia, sottolineando la presenza di centinaia di operatori internazionali tra buyer, produttori, distributori, giornalisti e piattaforme provenienti da oltre 50 paesi. “Il valore aggiunto sta nella collaborazione sistematica e strutturata tra tutti i soggetti”, ha evidenziato, rimarcando come il sistema debba coordinarsi efficacemente per affrontare la sfida della competitività, considerando che “la dimensione delle aziende italiane è molto piccola, spesso sono micro imprese. Grande creatività, ma c’è un tema di competitività che va affrontato e che richiede il sostegno del sistema”.

Le sfide: piattaforme, AI e dazi

Nel suo intervento, la Borgonzoni ha tracciato il perimetro delle sfide che l’industria dovrà affrontare: “Abbiamo il tema delle piattaforme, la questione dell’intelligenza artificiale, la questione degli algoritmi che determinano la visibilità dei contenuti. Sono veramente tanti i temi”. Sul fronte dei dazi, tornato d’attualità con le tensioni commerciali transatlantiche, la sottosegretaria ha espresso scetticismo: “Ne verrebbe peggio per gli americani stessi mettere i dazi, sarebbe una follia”.

La sottosegretaria ha inoltre annunciato che entro la settimana arriverà la nomina del nuovo direttore della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con cui è già stato programmato il primo incontro per parlare di tax credit e strumenti dell’audiovisivo, a partire dai produttori. “Poi piano piano, come ci eravamo detti nel tavolo fatto a luglio, incontrerò tutte le varie associazioni per i singoli problemi che ognuno ha”, ha precisato, ricordando il tavolo sull’intelligenza artificiale e la questione dei contratti per attori, registi e sceneggiatori affrontata prima dell’estate.

Il Lazio come modello operativo

Lorenza Lei, amministratrice delegata della Fondazione Roma-Lazio Film Commission e delegata del presidente Francesco Rocca, ha annunciato la nuova governance della fondazione che diventa società in house della Regione Lazio, “braccio operativo per la Regione e per i finanziamenti relativi”, garantendo tempi certi nell’erogazione dei fondi – uno dei nodi critici storici del settore.

Tra le novità, l’inaugurazione del BAF (Book Adaptation Forum), dove editori e produttori si incontrano per la prima volta in Italia, e l’inserimento nella fondazione di due importanti scuole, la Scuola Volontè e le Officine Pasolini, ampliando così la missione della Film Commission anche alla formazione delle nuove generazioni di professionisti.

Dal networking ai mercati: la trasformazione del MIA

Usai ha sottolineato come il MIA si sia evoluto seguendo le trasformazioni del mercato: “I mercati dell’audiovisivo negli ultimi vent’anni sono cambiati completamente, sono passati da essere momenti in cui si faceva vedere il prodotto finito che veniva scambiato tra paesi a diventare una grande occasione di networking”.

Il presidente di Anica ha evidenziato la qualità degli ospiti internazionali: “Quelle centinaia di persone sono tutte personalità molto rilevanti della nostra industria. Questo è un momento nel quale chi fa il prodotto, chi lo pensa, viene da tutto il mondo, specialmente da tutta Europa, a ritrovarsi per una settimana a Roma e a parlare del prodotto che sarà”.

La dimensione come sfida strategica

Roberto Fiorini di UniCredit ha posto l’accento sulla necessità di crescita dimensionale come fattore abilitante: “Quali sono gli strumenti a supporto della crescita? Innanzitutto la volontà di farla, la proiezione e la visione, poi la capacità di aggregarsi che non significa comprare o vendere, ma trasformare in tessuto sistemico quel know-how diffuso”.

Una chiamata all’azione che sintetizza la sfida politico-industriale del settore: “Il futuro non aspetta, ma il futuro ci aspetta – ha concluso – quindi non lasciamolo aspettare troppo, facciamoci trovare pronti”.

Il MIA si conferma così non solo vetrina commerciale ma laboratorio di politica industriale, dove l’audiovisivo viene riconosciuto come settore strategico che unisce creatività, economia e diplomazia culturale.

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