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Март
2025

Ispezioni nei cantieri, la procura di Pavia vuole altri sei mesi per indagare

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PAVIA. L’indagine denominata Clean 3, sui controlli nei cantieri edili o ristoranti che potrebbero essere stati addomesticati in cambio di soldi o favori, si sta rivelando più complessa del previsto. E per questo la Procura di Pavia chiede altri sei mesi di tempo per tirare le somme, «alla luce del numero di indagati, dei titoli di reato, della particolare delicatezza dell’istruttoria in corso, del numero di persone coinvolte e del ruolo istituzionale rivestito da diversi indagati».

Le valutazioni dei magistrati Valentina De Stefano e Alberto Palermo sono contenute nell’avviso di proroga delle indagini notificato ai sei indagati, già coinvolti nell’inchiesta. Tra loro Maurizio Pappalardo, ufficiale dell’Arma in congedo, ancora agli arresti domiciliari, e Daniele Ziri, carabiniere del nucleo Ispettorato del lavoro. Entrambi sono coinvolti in altri filoni aperti mesi fa dalla procura Pavia. Sia per Pappalardo (difeso dagli avvocati Nicolò Meazza e Beatrice Saldarini) che per Ziri (avvocato Yuri Lissandrin) gli inquirenti ipotizzano i reati di corruzione, concussione e falso, mentre il solo Ziri è indagato anche per rivelazione di segreti d’ufficio, in relazione alle ispezioni all’interno dei cantieri edili e dei ristoranti.

L’esame dei telefoni

Per questo filone di indagine risultano ancora in corso le analisi tecniche sui telefonini e computer sequestrati il 13 novembre, quando scattarono anche tre arresti in un fronte di indagine collaterale (finirono agli arresti Maurizio Pappalardo, il carabiniere, ora sospeso, Antonio Scoppetta e l’imprenditore di San Genesio Carlo Boiocchi). Nella tranche di inchiesta sui controlli nei cantieri sono indagati anche il carabiniere del Nil Sergio Buccellato, il militare Alessandro Calvi, Fernando Di Fiore, all’epoca dei fatti al Nil e oggi dirigente di Ats Pavia, e Marisa Ziri, sorella del brigadiere del Nil, a cui è contestata un’accusa di ricettazione. Altre persone, durante quel blitz, furono destinatarie di perquisizioni e sequestri, ma non risultano indagate. Tra loro ci sono professionisti e imprenditori.

Le ispezioni nel mirino

Tra Ziri e Pappalardo, entrambi accusati di corruzione, ci sarebbe stato uno scambio di favori per anni. Il secondo avrebbe garantito a Ziri una serie di utilità, tra cui le pulizie gratuite a casa sua eseguite da una società che già svolgeva servizi per Pappalardo, visite mediche per lui e i suoi familiari, cene nei ristoranti di Pavia gratuite o a prezzi irrisori, la ricerca di posti di lavoro. In cambio Ziri avrebbe garantito trattamenti di favore agli imprenditori amici di Pappalardo, in particolare durante le ispezioni del Nil. Nelle carte note della procura si citano almeno tre episodi di ispezioni addomesticate: due in cantieri edili (che si conclusero con una multa ridotta in un caso e nell’altro senza sanzioni) e una in un ristorante di Pavia. La destinazione dei soldi delle multe è ancora al centro degli accertamenti, perché in alcuni casi il denaro non sarebbe arrivato all’Ispettorato del lavoro. Almeno in un caso, poi, è stato anche scovato un modello F23 (di quelli usati per pagare le sanzioni) contraffatto.