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Delitto di Garlasco, la cautela di Stasi: «Fiducia nella giustizia per Chiara»

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GARLASCO. «Ho fiducia che sia fatta piena luce, fiducia nella verità e nella giustizia, soprattutto per Chiara». Alberto Stasi, che dopo la condanna definitiva a 16 anni esce dalla sua cella del carcere di Bollate per occuparsi della contabilità di un’azienda, affida queste parole ai suoi legali, gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis. Stasi è cauto e così anche i suoi difensori. «Nessuno deve avere paura di questa inchiesta, nemmeno Sempio – commenta al telefono l’avvocata Bocellari –. Per lui potrebbe anche essere l’occasione per mettere definitivamente la parola fine sui sospetti: quello che conta è arrivare alla verità, per Chiara. Con Sempio dovete essere garantisti – è l’appello della legale ai giornalisti –, come non lo siete stati con Stasi».

Quale sarà il prossimo passo della difesa di Stasi, alla luce della riapertura dell’indagine? «Al momento non faremo un’istanza di revisione del processo sull’onda mediatica, non abbiamo fretta di fare cose eclatanti, non si tratta ormai di tirare fuori qualcuno di galera perché Alberto la pena l’ha già praticamente scontata», spiega l’avvocata. «Noi al momento non abbiamo accesso agli atti, che sono coperti dal segreto istruttorio, quindi bisognerà attendere i risultati degli accertamenti – aggiunge –. Quello che conta è che si sia deciso di fare luce sulla vicenda e approfondire aspetti mai chiariti».

Anche i legali di Stasi, quindi, attendono che sia concluso il confronto del Dna e gli altri accertamenti: oggi a Sempio sarà prelevato un campione di saliva e questa traccia biologica sarà messa a confronto con quella trovata sotto le unghie di Chiara Poggi. «Solo a quel punto possiamo valutare l’istanza di revisione», chiarisce l’avvocata. Che precisa: «Questa nuova indagine non nasce da una nostra richiesta. Nel 2022 ci siamo limitati a depositare in procura l’esito di una consulenza che abbiamo deciso di affidare a due genetisti. La procura di Pavia ha agito in autonomia, evidentemente sulla base di proprie valutazioni».

L’avvocata Bocellari spiega che «già nel 2014 era stata fatta una consulenza sul materiale biologico rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi, ma all’epoca venne detto che era degradato». Ora, con gli accertamenti portati avanti dalla difesa di Stasi e confluiti come «impulso» nelle indagini in corso, «c’è stata una nuova lettura dei dati, dei tracciati, una lettura che è stata fatta nel 2025 con nuove tecniche scientifiche». Adesso le analisi della procura di Pavia dovranno definire con certezza se «quel Dna è di Sempio» e se è riferibile «all’aggressore». m. fio.