Napoli e Atalanta sfidano l’Inter: che cosa è cambiato nell’atteggiamento sia di Conte sia di Gasperini
La partita contro la Juventus ha spazzato via ogni ragionevole dubbio: per lo scudetto è e sarà corsa a tre. Fino alla fine, verrebbe da dire quasi ironicamente pensando allo slogan bianconero, ma tre squadre in tre punti rendono molto più affascinante questa chiusura di stagione. E con 21 punti ancora a disposizione, la lotta sarà bella serrata. Cosa è cambiato? Lato tifosi e osservatori, poco: da mesi si parla di un possibile triello Inter-Napoli-Atalanta. Ma adesso a crederci sono anche gli allenatori, a parlarne non è solo chi deve difendere il titolo (Simone Inzaghi), ma anche gli altri. È una grande novità.
Conte e il “tutto dipende da noi”
A dir la verità, chi ha iniziato a credere di più nello scudetto (almeno dal punto di vista mediatico, perché sembra difficile credere che prima non ci pensasse) è stato Antonio Conte. Uno che esce allo scoperto quando parla di vittorie, ma non di cosa vincere. Anzi, dal suo arrivo a Napoli è sempre stato molto prudente su quella parola: ha ribadito più volte l’importanza di dare il massimo, di alzare l’asticella, di ricostruire. Ma non di trofei. Dopo il pareggio contro l’Inter della scorsa settimana, qualcosa è cambiato: “Ora dipende da noi”, ha detto. E non è una frase di poco conto. Anzi, adesso l’allenatore vuole dare una dimostrazione di forza, vuole spingere la squadra a un’impresa che sulla carta la pone sfavorita rispetto all’Inter. Ma si trova a un punto dalla vetta e dallo scontro al vertice tra Atalanta e Inter del prossimo weekend può trarre un enorme giovamento.
Quando il Gasp diceva: “Aspettiamo”…
Già, Atalanta-Inter. Domenica 16 marzo alle 20.45: l’attenzione sarà tutta lì. Un po’ come ieri era tutta a Torino, per la sfida contro la Juve. Nel mezzo c’è sempre Gasperini, che a inizio anno tra una polemica e l’altra sul mercato (non è una novità, questa) predicava prudenza: “Aspettiamo le ultime dieci giornate e vediamo…”. Ecco, ora che si è arrivati al punto, si può dire che nella corsa scudetto ci sia di diritto. E non ha potuto più nascondersi, parlando proprio di “scontro diretto”: “Domenica ci aspetta lo scontro diretto contro l’Inter” ha dichiarato. “Veniamo da sette sconfitte consecutive contro di loro, ma questa volta ci arriviamo in una situazione diversa. I tifosi devono sognare, non bisogna mai spegnere l’entusiasmo: l’Inter e il Napoli sono però squadre fortissime, non sbagliano un colpo”. Più chiaro di così…
L’Inter tra infermeria e Champions
E dire che, escluso l’ultimo turno, nelle precedenti cinque partite tutte e tre avevano faticato. La migliore era stata proprio l’Atalanta con 9 punti, quindi l’Inter con 8 e il Napoli con 4. È bastato un fine settimana per rivedere qualche equilibrio. O meglio, qualche sensazione: l’Atalanta ora avrà al massimo il problema dell’entusiasmo da gestire; il Napoli ha recuperato anche i gol di Lukaku e sembra in ripresa di prestazione e forma fisica; l’Inter ha invece qualche problema di troppo di infermeria. E una partita da giocare contro il Feyenoord martedì sera che di certo leverà altre energie. Tre anni fa, quando a vincere lo scudetto fu il Milan, alla ventottesima giornata si era arrivati a una situazione simile. I rossoneri erano primi con 60 punti, seconda l’Inter a 58, terzo il Napoli a 57.
Tre squadre in tre punti e una partita apertissima anche per quanto riguarda la classifica avulsa. Se tutte e tre le squadre dovessero terminare a pari punti, a oggi il Napoli sarebbe penalizzato per una peggiore differenza reti e per un attacco meno prolifico. Inter e Atalanta, invece, se la giocherebbero a suon di statistiche. Quelle che gli allenatori guardano sempre e a cui spesso fanno riferimento in conferenza stampa. Anche senza citare quella parola tabù, ‘scudetto’, che ora tabù non sembra nemmeno più tanto.
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