Caso Diciotti, dopo gli attacchi del governo i penalisti si schierano con i magistrati: “Garantire l’autonomia della giurisdizione”
Gli avvocati penalisti si schierano al fianco dei magistrati, vittime degli attacchi del governo dopo l’esplosione dell’ultimo caso. Due giorni fa, la Corte di Cassazione ha deciso che l’esecutivo deve risarcire uno dei migranti bloccati per dieci giorni – ormai sette anni fa – sulla nave Diciotti. Molti esponenti di punta del governo – dalla premier Giorgia Meloni ai vice Matteo Salvini e Antonio Tajani – hanno attaccato la Suprema corte, provocando la controreplica della prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano. “L’autonomia e l’indipendenza della funzione giudiziaria vanno garantite, tutelate e difese non solo in quanto principi costituzionali ma anche nell’esercizio quotidiano della giurisdizione” , si legge in una nota dell’Unione delle Camere Penali. “La critica e il dissenso rappresentano il fondamento di ogni confronto democratico, ma incontinenti aggressioni verbali che esulano del tutto dal merito tecnico delle decisioni giudiziarie, costituiscono una grave lesione all’immagine stessa della giurisdizione”, prosegue la nota.
Per i penalisti, “gli attacchi hanno assunto toni pesanti”. “Al di là del fatto se sia corretta o meno la decisione della Cassazione bisogna tenere fermo il rispetto per l’esercizio della giurisdizione” ha precisato il segretario dell’Ucpi Rinaldo Romanelli, che poi ha aggiunto: “La funzione del giudice è un cardine del nostro sistema democratico. Anche a noi capita di criticare da un punto di vista tecnico-giuridico dei provvedimenti, questo è espressione della libertà di pensiero, ma bisogna mantenere equilibrio e rispetto altrimenti diventa un attacco alla funzione in sé che è fondamentale per l’esercizio della democrazia”. Per il segretario dell’Unione delle Camere penali, “nessuno vince nello scontro tra poteri, perdiamo tutti”. Poi l’affondo: “Si può discutere e criticare un provvedimento però nel rispetto reciproco. A volte, vista la tempestività degli attacchi, si ha la sensazione che prescindano dal merito e scattino in automatico. Prima andrebbero letti attentamente i contenuti dei provvedimenti”. Ma anche oggi sono arrivate critiche alla decisione della Cassazione che ha accolto il ricorso di un migrante eritreo, che nel 2018 era stato tenuto per sei giorni a bordo della nave Diciotti dopo la decisione dell’allora ministro dell’interno Matteo Salvini. “È inaccettabile che lo Stato italiano debba risarcire chi ha tentato di entrare clandestinamente nel nostro Paese un principio che rischia di trasformarsi in un incentivo alle partenze e un regalo a chi sfrutta il traffico di esseri umani”, attacca Simona Petrucci, senatrice di Fratelli d’Italia.
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