Inter oltre il Feyenoord, le buone notizie per Inzaghi
L’Inter torna dall’Olanda con tre quarti di qualificazione in tasca e con alcune buone notizie. La prima è che a San Siro potrà gestire la partita di ritorno contro il Feyenoord, senza eccessivo dispendio di energie psicofisiche, anche se il rigore che Zielinski si è fatto parare ha tolto un ulteriore margine di tranquillità.
Considerata l’emergenza sugli esterni e l’incombere della trasferta scudetto a Bergamo, però, Inzaghi non può che essere soddisfatto della serietà con cui i suoi giocatori hanno affrontato un campo dove meno di un mese fa il Milan è caduto. C’era un enorme differenza di tecnica tra i nerazzurri e gli olandesi, il problema era farla emergere con una partita seria e che non complicasse la vita intossicando di fatiche inutili un mese di marzo che si annuncia terribile e decisivo.
La seconda buona notizia è il ritorno al goal in copia di Lautaro Martínez e Thuram: Il francese veniva da un periodo complicato ed essersi sbloccato lo proietta con maggiore fiducia sui prossimi impegni. A questo si aggiunge che l’infermeria non si è ulteriormente affollata e, quindi, tra la sfida con il Monza e il ritorno con il Feyenoord Inzaghi potrà provare a gestire le energie concentrandosi sull’Atalanta che vale un pezzo di scudetto.
Non solo. Al primo crash test dall'inizio ha retto anche la versione riveduta e corretta del 3-5-2 con Bastoni (ottima partita la sua) adattato largo a sinistra, con anche un po' di turn over a centrocampo per non spremere Calhanoglu e Mkhitaryan che del reparto dei titolarissimi sono quelli in maggiore affanno fisico.
La notte olandese ha anche confermato come il Milan debba mangiarsi le mani fino ai gomiti. È uscito dalla Champions League contro un avversario nettamente meno forte, regalando con atteggiamenti sbagliati ed errori imperdonabili sia l’andata che il ritorno. Una lezione amara che coinvolge anche Juventus e Atalanta: visti gli ottavi di finale di andata di Psv e Bruges è incredibile come l’Italia si sia ridotta a restare in corsa nell’Europa che conta con una sola squadra quando il poker era a portata di mano.