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Addio a Pizzul, Pierluigi Pardo: “Ricordo quel ’ahi’ che per me resta irraggiungibile. Con tre lettere ha comunicato meglio di mille parole”

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Una persona perbene e tutta d’un pezzo, quasi d’altri tempi perché “detestava i social network e usava poco il cellulare. Era come uno zio aggiunto per me”. Questo basterebbe a Pierluigi Pardo per ricordare chi è stato Bruno Pizzul. Il telecronista Dazn lo ha voluto commemorare con una testimonianza autentica e vera nei confronti di un collega e di un amico. “Prima di tutto sono legato a lui come giovane telespettatore. Sono stato onorato della sua amicizia e di averlo conosciuto”, ha raccontato a ilfattoquotidiano.it. Scomparso oggi, 5 marzo, all’età di 86 anni, Pizzul è stato esempio di sobrietà e sinonimo di iconicità: “Bruno è stato il maestro irraggiungibile della generazione appena precedente. Lui aveva la responsabilità di raccontare grandi partite ai 10 milioni di telespettatori Rai di ogni tipo: lo faceva con una maestria assoluta”. Voce di una generazione cresciuta con le sue telecronache vivendo ‘notti magiche’: “Aveva un timbro fantastico e super riconoscibile”. Per Pardo, Pizzul è stato il manifesto di un calcio raccontato con passione e garbo, dando il giusto peso alle cose e soprattutto “senza mai cercare la polemica schierandosi da una parte o dall’altra parte”.

Pizzul e la perfetta definizione di “less is more”
La telecronaca di Pizzul è stata rivoluzione. Soprattutto per chi, come Pardo, sognava di poter raccontare il calcio con un paio di cuffie e un microfono: “Di lui ricordo la strage dell’Heysel”. Si fa riferimento al 29 maggio 1985, quando poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles morirono 39 persone, di cui 32 italiane e ne rimasero ferite oltre 600. “Credo che lui abbia gestito quella situazione complicatissima con una sobrietà, con una sensibilità e con un rigore giornalistico incredibile”. Onomatopeico e sintetico, tanto basta per comunicare un evento passato alla storia: “Ricordo quell’’ahi’ dopo il calcio di rigore sbagliato da Donadoni contro l’Argentina (nei Mondiali del 1990) che per me rimane irraggiungibile. In un’epoca in cui cerchiamo continuamente mille aggettivi, tante volte ‘less is more’. Con tre lettere ha comunicato meglio di mille parole”.

“Io e Bruno amavano il vino friulano”
Quella tra Pardo e Pizzul è stata una conoscenza e un rapporto sincero nato tra i vigneti del Friuli Venezia Giulia. “Ci siamo incontrati al Vinitaly e abbiamo partecipato a una serie di iniziative e festival come ‘Gol a grappoli’: condividevamo la passione per i vini della regione”. Dalle scorribande friulane alla festa per i suoi 80 anni organizzata dalla Rai: “Abbiamo trascorso una giornata meravigliosa a reti unificate”. E come dimenticarsi della rubrica ‘Supertele’ nata su Dazn in sua compagnia: “Insieme alla redazione avevamo voluto organizzare questo progetto perché volevamo sentire quella sua voce iconica e indistinguibile”. Pardo lascia un maestro di giornalismo e di professionalità: “È sempre stato carino nei miei confronti, anche pubblicamente. Questa cosa non la dimenticherò mai”.

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