Arrivano i dazi di Trump su Canada, Messico e Cina. Pechino e Ottawa rispondono con rialzi delle loro tariffe: parte la guerra commerciale
La scure dei tanto minacciati dazi di Donald Trump cala su Canada, Messico e Cina. Come previsto, il 4 marzo sono scattate infatti, dopo la sospensione di un mese, le tariffe del 25% sui prodotti canadesi e messicani e in più nella notte il presidente Usa ha firmato l’ordine esecutivo che raddoppia quelle sulle importazioni cinesi portandole dal 20% dal 10% stabilito a febbraio. Il tycoon ha giustificato la mossa nei confronti dei tre principali partner commerciali di Washington con l’intenzione di limitare il traffico di fentanyl e l’immigrazione illegale. Di certo la decisione ha subito scatenato la risposta dei Paesi colpiti: Pechino e Ottawa inaspriranno a loro volta le barriere all’import, in un’escalation che sarà pagata cara dai consumatori americani.
La Cina ha annunciato rialzi tra il 10 e il 15% dei dazi sulle importazioni di una gamma di prodotti agricoli e alimentari statunitensi e sottoporrà 25 aziende Usa (tra cui alcune dell’aerospazio, della difesa e del biotech) a restrizioni su export e investimenti, con l’inserimento nella lista nera del commercio. Imporrà un’ulteriore tariffa del 15% su pollo, grano, mais e cotone americani e un’ulteriore imposta del 10% su soia, sorgo, grano, maiale, manzo, prodotti ittici, frutta, verdura e latticini importati dagli Stati Uniti a partire dal 10 marzo.
La tariffa aggiuntiva del 10% voluta da Trump su tutto il made in China è entrata in vigore alle 13:01 locali (6:01 in Italia), portando la pressione al 20%, considerando il 10% aggiuntivo applicato già da inizio febbraio. Il tycoon ha accusato il Paese da cui arriva gran parte delle sostanze chimiche utilizzate nella produzione della droga sintetica fentanyl, all’origine di una grave crisi sanitaria e sociale negli Usa, di non fare abbastanza per reprimere il narcotraffico. La reazione di Pechino punta a mostrare determinazione e a rilanciare la fiducia a dispetto delle pressioni di Trump, mentre la leadership cinese si appresta ad aprire la seduta annuale del parlamento nel mezzo di una crisi economica che ha mostrato alcuni segnali di ripresa. “Le misure tariffarie unilaterali degli Stati Uniti violano gravemente le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e minano le basi per la cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti”, ha affermato il ministero del Commercio cinese.
Dal canto suo il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato che il suo Paese applicherà dazi del 25% su oltre 100 miliardi di dollari di merci statunitensi nell’arco di 21 giorni. Si parte immediatamente con dazi su 30 miliardi di dollari canadesi (21 miliardi di dollari statunitensi) di merci e nell’arco di tre settimane verranno applicati sui rimanenti 70 miliardi. “I nostri dazi rimarranno in vigore fino a quando l’azione commerciale degli Stati Uniti non sarà ritirata e, nel caso in cui i dazi statunitensi non dovessero cessare, siamo in dialogo continuo con le province e i territori per perseguire diverse misure non tariffarie”, ha detto Trudeau.
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