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Февраль
2025

Ramadan, al via il mese di digiuno e preghiere: cosa prevede e perché la beneficienza ha un ruolo centrale

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Parte sabato primo marzo il Ramadan, il mese sacro per i musulmani dedicato alla preghiera e alla spiritualità. Infatti, dalle prossime ore, milioni di fedeli in tutto il mondo, compresi circa 1,6 milioni in Italia, osserveranno il digiuno dall’alba al tramonto, astenendosi da cibo, bevande e rapporti sessuali, salvo esenzioni per motivi di salute o età avanzata. Il digiuno durante il Ramadan ha un duplice significato per i musulmani : serve a purificare corpo e spirito, aiutando i fedeli a concentrarsi sulla propria fede, ed è un atto di rinuncia che ricorda la condizione dei meno fortunati. Oltre al digiuno, anche la carità ha un ruolo centrale: moschee e associazioni benefiche offrono pasti gratuiti ai bisognosi, organizzando grandi tavolate nelle strade.

Il Corano stabilisce che chi è impossibilitato a digiunare per malattia o altre condizioni può compensare con un’elemosina pari al valore di un pasto (circa 7 euro) per ogni giorno non osservato. “Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo, c’è un’espiazione: il nutrimento di un povero”, recita il Corano. Il Ramadan durerà 29 o 30 giorni ed è regolato dal calendario lunare islamico, il che significa che ogni anno la sua data retrocede di circa dieci giorni. Nel 2025, infatti è partito il 1° marzo e terminerà il 30 o il 31 marzo, a seconda dell’avvistamento della luna crescente. La chiusura del mese sacro sarà segnata dall’Eid al-Fitr, la festa che celebra la fine del digiuno e rappresenta un momento di gioia e condivisione .

In occasione dell’inizio del mese di Ramadan l’Arcivescovo Cardinale Matteo Zuppi ha inviato un messaggio alla Comunità islamica bolognese dove scrive: “All’inizio del mese di Ramadan, così sacro per tutti voi, come per noi lo è la santa Quaresima, che inizia il 5 marzo, desidero raggiungervi con i miei più cari auguri e la mia preghiera. Per noi, come forse sapete, questo è un anno molto importante, che ricorre normalmente ogni venticinque anni, e si chiama Giubileo. È un anno di penitenza, di riconciliazione e di perdono, e si accorda bene con il significato del vostro Ramadan, che è un tempo prezioso per tornare a Dio e tornare al fratello e alla sorella. Anche questo ‘tornare’, segno del pentimento, è un dono di Dio, che voi invocate come Tawwab, ‘Colui che accetta il pentimento”. Zuppi sottolinea come “c’è un’altra parola urgente, anzi indispensabile, che desidero comunicarvi all’inizio del vostro Ramadan e della nostra Quaresima: Speranza. È la parola chiave scelta da Papa Francesco per il Giubileo 2025, lanciandola con questo motto: ‘La speranza non delude’. Non è possibile volgere le spalle ai problemi e anche ai drammi del nostro tempo, così come a quelli delle nostre famiglie. Pensiamo, per esempio, alla mancanza di lavoro, di casa, di salute, ma anche di serenità nei rapporti personali. Ma in tutto questo dolore, personale e collettivo, bisogna tenere duro con la speranza, anche quando fosse solo come la luce di una candelina. Mai spegnere la speranza!”.

In occasione della fine del Ramadan dello scorso anno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva sottolineato l’importanza del rispetto reciproco tra culture e religioni, definendolo “elemento della coesione sociale della nostra comunità” e richiamando “l’esercizio di una responsabilità condivisa per il bene comune”. Parole che oggi, con l’inizio del mese sacro, assumono un significato ancora più forte, in un contesto globale segnato da tensioni e conflitti che rendono ancora più urgente il dialogo e la convivenza pacifica tra i popoli.

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