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L’Ucraina vicina all’accordo: oggi l’Ue sta diventando la principale minaccia alla pace mondiale

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Donald Trump, affarista matricolato e dotato, a quanto pare, di grandi capacità negoziali, ha mostrato, già nel primo mese della sua presidenza, quale sarà la sua vera vocazione: prudente con i forti, ma forte con i deboli, specialmente con i servi. Quindi si potrebbe arrivare all’auspicato accordo sull’Ucraina che era possibile fin da prima che cominciasse quell’inutile e sanguinosa guerra, basato sulla neutralità per Kiev, l’assegnazione alla Russia dei territori contesi e la denazificazione che assume sempre più le caratteristiche di un imminente siluramento di Zelensky, che probabilmente ci ritroveremo da qui a qualche tempo a svernare permanentemente nella sua lussuosa villa in Versilia alla faccia delle centinaia di migliaia di giovani ucraini uccisi e mutilati.

Rispetto e cautela, da parte di Trump, anche nei confronti del legittimo presidente venezolano Nicolas Maduro, le cui enormi riserve di greggio potrebbero costituire la base di una rinnovata e paritaria cooperazione tra Caracas e Washington, dopo che i molteplici tentativi di destabilizzazione golpista, ultimo quello della patetica coppia di avanspettacolo di quart’ordine Machado-Edmundo, si sono infranti sul muro invalicabile dell’alleanza fra popolo organizzato, Forze armate e Polizia. Cautela e dialogo con la Cina popolare, che resta peró pur sempre il rivale strategico degli Stati Uniti per i suoi strabilianti e incessanti successi nel campo della ricerca scientifica e tecnologica e in quello economico. Duro con i deboli, invece, come dimostrato dall’appoggio inflessibile al genocidio del popolo palestinese made in Tel Aviv e sprezzante con i servi, e qui si vedano i propositi di annessione di Canada, Groenlandia e Canale di Panama, nonché i rimproveri, purtroppo non del tutto infondati, del vicepresidente Vance al Parlamento europeo.

L’Europa, per nulla vergine di servo encomio nei confronti degli Stati Uniti, appare in preda al marasma più totale. Leader da tempo delegittimati e sorretti da un infimo consenso popolare, come Macron, von der Leyen e Scholz, vaneggiano dell’invio di truppe a Kiev, non si capisce bene a fare cosa, mentre continuano la corsa verso il riarmo a spese dei popoli europei trainata dalle mosche cocchiere nordiche e baltiche, che rilanciano il terrorismo mediatico basato sui pretesi propositi espansionistici di Putin. In tal modo oggi l’Unione europea sta diventando la principale minaccia per la pace mondiale, trainata da una cricca dirigente corrotta e spaventata dalla prospettiva imminente della perdita definitiva del proprio Impero neocoloniale in Africa e altrove.

in Italia la situazione è se possibile ancora peggiore. Le destre sono dilaniate, ma neanche troppo, dalla competizione tra chi sia il più fedele servo di Trump, se la Meloni, più che mai servitrice di due padroni (lo stesso Trump o Von der Leyen) ovvero il redivivo e tenace Salvini. In comune hanno lo slogan MISA (make Italy slave as usual), che condividono peraltro con i settori esasperatamente atlantisti del Pd. Unica nota positiva, la presa di posizione netta e coraggiosa di Giuseppe Conte, che unisce la scelta per la pace all’iniziativa per i diritti sociali, quelli di lavoratrici e lavoratori e per la difesa della democrazia e della Costituzione e insieme al quale dovrebbe organizzarsi la vera opposizione politica e sociale, anche nella prospettiva dei referendum di primavera.

Come vado ripetendo da tempo, ci sarà un futuro per l’Italia solo se emergeranno nuove forze politiche e intellettuali finalmente davvero nazionali e patriottiche, in grado di sganciarsi dal carro dell’Occidente inevitabilmente diretto verso il baratro e per giunta ora guidato da un nocchiero che ha cominciato a fustigare ancora più brutalmente i cavalli stanchi e deperiti aggiogati alla vettura, tra i quali appunto il nostro sventurato Paese.

Il quale ultimo, proprio per la sua collocazione geografica di frontiera rispetto al Mediterraneo e quindi all’Africa e al Medio Oriente, avrebbe enormi potenzialità di ruolo e di sviluppo nel contesto del nuovo ordinamento multipolare che si sta delineando nonostante le strenue resistenze di colonialisti e imperialisti. Altro che il caricaturale Piano che usurpa il nome di Enrico Mattei! Un nuovo approccio cooperativo e solidale coi popoli dell’area, a cominciare da quello palestinese, vittima oggi di un genocidio del quale il governo italiano, terzo esportatore di armamenti verso Israele a livello mondiale, è oggi complice e quindi colpevole di fronte alla Storia e di fronte al diritto. Un approccio costruttivo e inclusivo rispetto alle migrazioni, per trasformarle in vettore di sviluppo condiviso che conduca strategicamente all’eliminazione della loro necessità.

Un dialogo cooperativo e approfondito con la Cina, oggi principale protagonista della ricerca scientifica e tecnologica globale, e con la Russia, che deve tornare ad essere un partner energetico ed economico fondamentale. Tutti sogni che potranno realizzarsi solo quando ci libereremo della feccia atlantista al governo e alla finta opposizione.

L'articolo L’Ucraina vicina all’accordo: oggi l’Ue sta diventando la principale minaccia alla pace mondiale proviene da Il Fatto Quotidiano.