Un libro racconta la storia del Piper
di Giordano Casiraghi
Ogni tanto si vedono delle foto inedite di gente famosa al Piper di Roma. Più recentemente, ovviamente in bianco e nero, Renzo Arbore e Gianni Boncompagni ballano ai lati di una Dalida in formissima. Al Piper si ballava e non si stava fermi e le ragazze facevano bella presenza, meglio si notavano quando portavano la minigonna, alcune venivano nominate “La ragazza del Piper”, come Mita Medici, ripresa più volte nel libro. E “Ragazza del Piper” lo è stata Patty Pravo, subito addocchiata dai due pigmalioni che ben sapevano catturare i talenti. Ebbene di quel luogo mitico Corrado Rizza ne ha realizzato un libro “Piper Club – il tempio del Beat dal 1965” (Volo Libero, pagg 160, 28€). Nel libro anche interviste, a Mita Medici, con foto annesse, e il corredo fotografico diventa una costante della narrazione, perché, come si dice, un’immagine vale più di cento frasi.
Un gruppo come Le Orme del periodo beat gli dedicarono una canzone. Così, scorrendo anche solo quelle, troviamo il logo e soprattutto una bella panoramica di come era il locale, dal palco fino ai tavoli, ma quando c’era l’attrazione tutti in piedi a ballare. Si inzia con Giancarlo Bornigia che intervistato spiega come è nato il Piper, insieme a Alberigo Crocetta e Piergaetano Tornielli. Il libro è stato presentato a Roma e a Milano, città dove nacque un Piper, poi denominato Wanted Saloon. Si trovava in via Alemagna dove adesso ha sede la Triennale, luogo di ritrovo per i giovanissimi, favorito anche dall’ambiente circostante: il parco Sempione. Quella volta in attesa di Jimi Hendrix che non arrivava, nel maggio 1968, i ragazzi bighellonavano sul prato del parco. Ma il Piper di Milano nulla aveva a che fare con il Piper di via Tagliamento a Roma che vanta essere il locale italiano più famoso e che ha fatto la storia della musica e del costume giovanile negli anni Sessanta e Settanta. Quando nel 1969 Alberigo Crocetta esce dal Piper di Roma va a fondare il Piper di Viareggio qualcosa stava cambiando nel mondo della musica, ma andiamo a scorrere quelle che sono state le figure artistiche che sono passate al Piper di Roma. Dalle oltre duecento foto notiamo Sylvie Vartan, Ricky Shayne, addirittura Duke Ellington, Procol Harum, ma anche tutti i gruppi italiani, dai Samurai con Paolo Tofani a Corvi, Camaleonti, New Dada, Balordi e Nomadi, ma due erano i fronti che battevano tutti come popolarità: Rokes e Equipe 84. Non ci passò Hendrix che pèreferì il Titan, ma ci andarono i Pink Floyd. C’è un manifestino che annuncia i Pink Floyd a cui si aggiungono Thane Russall, Fholks e i Ragazzi della via Gluck, la data certa è giovedì 18 aprile 1968.
Va detto che al Piper non ci andavano solo i giovanissimi ma anche personaggi del cinema e dello spettacolo come Luchino Visconti, Lina Wertmuller, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Virna Lisi, Rudolf Nureyev.
Famose le feste dei fiori dove gli avventori si travestivano con abiti che richiamavano il flower power del movimento hippy. Di quel periopdo ne parla Tito Schipa jr. che aveva prodotto lo spettacolo “Orfeo 9”. A pag. 82 rilevo un errore di assegnazione a una foto: Gepy viene indicato come Guidone. E ancora nomi che passano da questo storico locale: Mal dei Primitives, Fausto Leali con Milena Cantù, Giorgio Gaber e Ombretta Colli e ovviamente Renato Zero.
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