“Meloni vassalla di Trump, non è in grado di difendere Italia ed Europa”: Schlein contro la premier. “L’Ue? Nesuna iniziativa per la pace”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni “all’inizio di quest’anno, non cinque anni fa, doveva essere il ponte” tra Trump e l’Europa “in realtà è già diventata una vassalla, cioè una che non è in grado di difendere gli interessi italiani e gli interessi europei, davanti a questo attacco frontale di Trump che dice che l’Europa non può nemmeno sedersi al tavolo per negoziare una pace giusta per l’Ucraina“. La segretaria Elly Schlein parla ad Accordi e disaccordi, in onda sul Nove, poco prima che la premier intervenga con un videomessaggio alla convention dei conservatori in corso a Washington. “È una vergogna che Giorgia Meloni voglia partecipare ad una conferenza dove qualcuno fa il saluto nazista” dice Schlein riferendosi a Steve Bannon. “Perfino Bardella, francese di Le Pen, ha deciso di rinunciare. Giorgia Meloni invece rinuncia al G7, quindi relega l’Italia a un ruolo marginale nella discussione internazionale, perché è prigioniera della sua ideologia, è paralizzata dalla scelta ideologica di portare l’Italia dove fanno i saluti nazisti”.
In questi giorni se si parla di Donald Trump e di Stati Uniti non si può non parlare di Ucraina e corsa al riarmo dell’Europa. Ma per Schlein “non c’è un progressista che sia a favore della guerra e non della pace. Possiamo discutere su come raggiungere quella pace”. “Da quando sono segretaria – spiega la leader democratica rispondendo alle domande di Luca Sommi e Andrea Scanzi – noi abbiamo continuato a supportare un popolo che è stato criminalmente invaso, e su questo ci sono state differenze nello schieramento progressista, però noi da anni chiediamo anche un’iniziativa politica e diplomatica dell’Europa per costruire la pace giusta. Questo è mancato e ne paghiamo le conseguenze. Tanto che l’ultimo arrivato, Trump, con la sua violenza sta dicendo all’Ucraina e all’Europa che non possono neanche sedersi al tavolo”.
E da qui alle domande sulle differenze con gli alleati su queste centrali questioni di politica estera il passo è brevissimo. Secondo Schlein anche questo aspetto, che sembra oggettivamente il più complicato nella composizione di uno schieramento di opposizione unitario, non è eccessivamente problematico. “Noi siamo testardamente unitari pur nelle nostre differenze e nel riconoscere che serve chiarezza – ribatte Schlein a Sommi e Scanzi – Se andiamo al governo insieme non è possibile considerare Trump niente di vicino ad un alleato. Su questo bisogna essere chiari”. Il messaggio è evidentemente al leader del M5s Giuseppe Conte. “Trovo sbagliato condividere anche solo in parte le parole di Trump che si stavano macchiando di un falso storico peraltro negando che l’aggressione è partita dalla Russia, visto che alle Nazioni Unite gli Stati Uniti si sono rifiutati di firmare una risoluzione che, come abbiamo sempre fatto e come abbiamo anche sempre condiviso tra le forze dell’opposizione, dice semplicemente che l’aggressione l’ha fatta Putin e l’ha fatta la Russia. Allora credo che da questo punto di vista serva chiarezza: devo dire che ho visto ieri che” Conte “ha voluto chiarire che trova le informazioni di Trump inquietanti e che non condivide l’attacco violento e frontale che è stato fatto ha Zelensky. “È evidente – conclude Schlein – che se andiamo al governo insieme bisogna essere chiari e io sono convinta che anche su questo terreno, come sugli altri, si possa trovare una sintesi: è chiaro alla base c’è un elemento valoriale lo dicevo prima per il Partito Democratico Trump non può e non potrà mai essere niente di simile ad un alleato”.
Anche per questo la voglia matta di una manifestazione insieme – com’era emerso alcuni giorni fa – è stata investita da una secchiata d’acqua gelata. “Ho detto subito che una manifestazione contro la propaganda di questo governo sull’economia, per il sociale, i salari, le pensioni, contro il caro-bollette, siamo disponibili anche a organizzarla” dice la segretaria del Pd. “Ho anche avuto occasione di proporre a Conte direttamente di costruire insieme una piattaforma – aggiunge -. Se si vuole fare insieme, costruendo una piattaforma insieme, noi siamo disponibili, perché il nostro avversario è la destra. Se invece c’è l’idea di fare una cosa soltanto dei 5s, lo vedremo. In altri casi abbiamo valutato l’invito sulla base della piattaforma”.
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