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Da Seles a Raducanu, la paura per violenze e attenzioni indesiderate

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Quanto accaduto martedì durante il match di secondo turno del Dubai Duty Free Championships tra Emma Raducanu e Karolina Muchova rimette in evidenza il rischio cui sono sottoposte le personalità pubbliche di rimanere vittima di comportamenti reiteratamente molesti e assillanti da parte di pseudo-ammiratori. Mercoledì il Daily Mail ritorna sulla vicenda descrivendo come la scena in corso non fosse stata immediatamente compresa dai più: la tennista inglese piange mentre parla sotto il seggiolone dell’arbitro, dietro al quale pare nascondersi, prontamente confortata dall’avversaria.

Come spiegato in un nostro articolo precedente, il protagonista dell’episodio, recidivo nella stessa manifestazione, è stato espulso dal torneo; per l’atleta campionessa a New York nel 2021 non è purtroppo la prima esperienza del genere, se è vero che tre anni or sono un uomo ha ricevuto un ordine restrittivo di cinque anni per stalking nei suoi confronti. Emma ha commentato l’accaduto con una storia su Instagram nella quale ringrazia per i messaggi di supporto e si dice “fiera di come ho affrontato la situazione”, dedicando un affettuoso messaggio colmo di gratitudine ed auguri per il prosieguo del torneo alla tennista ceca che ha subito mostrato solidarietà per lei.

Sono ormai diversi, ricorda il sito del quotidiano britannico, i casi che hanno spinto le forze dell’ordine a adottare iniziative speciali di protezione per le tenniste, l’ultimo dei quali ha visto come protagonista un’altra atleta inglese, Katie Boulter. Partendo dal tristemente famoso caso di Amburgo 1993, quando l’allora numero uno del mondo Monica Seles fu accoltellata da Gunther Parche, squilibrato sostenitore di Steffi Graf angosciato dal sorpasso in classifica della giocatrice serba ai danni della sua beniamina, arriviamo ad un’altra leader del ranking.

Serena Williams ha dovuto infatti fare i conti con Albrecht Stromeyer, tedesco arrestato più di una volta per comportamenti ossessivi nei confronti della campionessa americana; nel 2002 successe anche a Roma durante gli Internazionali d’Italia. Coco Gauff ha rivelato di essere stata avvicinata in aeroporto da persone a conoscenza in dettaglio dei suoi voli e Danielle Collins ha parlato di come le attenzioni ripetute e indesiderate abbiano avuto un impatto significativo sulla sua vita privata e di atleta.

Razzismo e messaggi sessualmente espliciti

L’universo social certo non può non essere una delle vie privilegiate per una condotta di questo genere e infatti Sloane Stephens ha riferito di come sia stata oggetto di molestie e di insulti per il colore della pelle; la spregevole attività ha coperto praticamente per intero la sua carriera, al punto che anche l’Fbi ha ritenuto giusto indagare.

Tornando a periodi precedenti, la star russa anni Novanta Anna Kournikova ha dovuto varcare le soglie del tribunale per una vicenda del medesimo tenore; dopo una carriera brillante e segnata anche dalle attenzioni dei media per la sua avvenenza che le regalò grandissima popolarità, Anna tenne un profilo molto più basso e riservato, anche per una storia di attenzioni indesiderate da parte di William Lepeska, senzatetto definitosi in tribunale, dopo decine di lettere inviate alla ex-tennista dal contenuto sessualmente esplicito, “preoccupato per la sicurezza di Anna”.

Per rimanere nel nostro paese, in Italia a suo tempo hanno fatto notizia le vicissitudini della pallavolista del Vero Volley Milano Alessia Orro, che ha denunciato e fatto arrestare in due diversi momenti, nel 2019 (quando militava nelle file della Uyba Busto Arsizio) e nel 2022, lo stesso individuo.

La sicurezza delle atlete è ormai un argomento di primo piano e un requisito irrinunciabile per la qualità dei servizi alle atlete di una manifestazione. Interessante in questo senso è l’iniziativa inglese: nel Regno Unito esiste dal 2006 una sezione “salute mentale” di polizia denominata Fixated Threat Assessment Centre, che ha come compito principale la gestione dei rischi delle figure pubbliche oggetto di stalking; questa unità lavora di concerto con l’All England Club e con un’agenzia che comprende nello staff psichiatri e psicologi per identificare persone con atteggiamenti fanatici e prevenirne atteggiamenti tossici per le protagoniste del torneo di Wimbledon.