ru24.pro
World News in Italian
Февраль
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21
22
23
24
25
26
27
28

Taiwan: Trump cambia una frase, Pechino manda navi e aerei

0

Ci sono dettagli che fanno grande differenza e dall’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump se ne contano sempre di più, come questo: riguardo la posizione su Taiwan, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha eliminato dal sito web la dicitura che affermava che Washington non supportava l'indipendenza dell’isola. La scheda informativa sulla posizione ufficiale degli Usa riguardo la crisi tra l’ex Formosa e la Cina, aggiornata giovedì, ha visto anche la modifica sull'inclusione di Taiwan nelle organizzazioni internazionali, aggiungendo che la disputa dovrebbe essere risolta “senza coercizione, in un modo accettabile per le persone che vivono su entrambe le sponde dello Stretto”. Infine, è stata aggiunta anche una frase che descrive la cooperazione del Pentagono con il Consiglio nazionale per la scienza e la tecnologia di Taipei.

Alle richieste dei media riguardo tali modifiche, il Dipartimento di Stato le ha descritte come “di routine” in seguito alle richieste dei media, ricevendo come risposta questa dichiarazione: “La scheda informativa è stata aggiornata per informare il pubblico in generale sulla nostra relazione non ufficiale con Taiwan.” Di fatto la Casa Bianca riconosce la posizione della Cina secondo cui esiste un solo governo cinese ma vuole “preservare la pace e la stabilità dello Stretto di Taiwan”, specificando anche: “ci opponiamo a qualsiasi modifica unilaterale allo status quo da entrambe le parti. Sosteniamo il dialogo tra le due sponde dello Stretto e ci aspettiamo che le divergenze vengano risolte con mezzi pacifici.”

Bisogna però ricordare che in base al Taiwan Relations Act del 1979, Washington è obbligata ad aiutare Taiwan a difendersi, ma tale accordo non stabilisce se gli Usa debbano intervenire militarmente in caso di invasione cinese. Pechino ha comunque reagito con la dichiarazione di un portavoce del Ministero degli Affari Esteri che il giorno 17 ha dichiarato che la posizione degli Stati Uniti sulle questioni relative a Taiwan è “gravemente regredita”, sostenendo: “Questo è un altro esempio dell'ostinata politica degli Stati Uniti di usare Taiwan per reprimere la Cina. Esortiamo la parte statunitense a correggere immediatamente questo errore”.

Sicuramente quella di Washington è una mossa audace ma non significa automaticamente che l'amministrazione Trump sosterrà l'indipendenza di Taiwan o qualsiasi tipo di cambiamento di politica di quella natura. Intanto, nelle stesse ore, il Ministero della Difesa taiwanese ha comunicato di aver tracciato ben 41 traffici aerei e 9 unità navali che hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan entrando nella zona di identificazione di difesa aerea dell'isola, innescando la reazione di Taipei che ha inviato aerei e navi militari, schierando i sistemi missilistici di difesa aerea terrestri per seguire tali attività.

In tutto, dall’inizio dell’anno, gli allarmi hanno riguardato 245 velivoli e 108 navi, segnando un aumento del traffico militare in quella che definisce la “zona grigia”. La presenza è ormai tanto intensa in termini di presenza militare che le manovre cinesi intorno a Taiwan potrebbero presto essere utilizzate come paravento per nascondere un imminente attacco. A oggi l’isola è una democrazia autogovernata riconosciuta ufficialmente soltanto da poche nazioni sebbene mantenga legami non ufficiali con gran parte della comunità internazionale. Il governo di Taipei si considera uno stato indipendente ma non ha mai dichiarato formalmente tale status a Pechino poiché la sola dichiarazione porterebbe, secondo quanto sostenuto dalla Cina, all’immediata invasione e annessione della “Provincia Ribelle”.

TUTTE LE NEWS DI DIFESA E AEROSPAZIO