Europa contro Trump dopo le dichiarazioni sull’Ucraina. Socialisti: “È la narrativa russa”. Norvegia: “Ingiusto”. Merz (Cdu): “Scioccato”
Trump attacca Zelensky e l’Europa, così il Vecchio Continente è costretto a rispondere. Dopo giorni di tensione per i colloqui riservati tra la Russia e gli Stati Uniti, il tycoon ha deciso di passare all’attacco nei confronti del presidente ucraino, definendolo “un dittatore al potere senza elezioni“. E dell’Europa ha detto che “in Ucraina ha fallito“. Così, dal Partito Popolare Europeo ai Socialisti, fino a diversi esponenti di governo sono arrivate le critiche alle parole del presidente americano.
“C’è un solo aggressore, il regime guerrafondaio russo. Suggerendo che l’Ucraina abbia iniziato la guerra Donald Trump riecheggia la disinformazione di Putin – ha scritto su X il gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo – Non deve essersi reso conto degli innumerevoli crimini di guerra russi, tra cui attacchi incessanti contro i civili, deportazioni forzate di bambini ucraini e bombardamenti di città in tutto il Paese, negli ultimi tre anni. Per quanto ci riguarda, continuiamo a essere pienamente solidali con i coraggiosi ucraini che hanno combattuto per proteggere la loro libertà e la loro terra”.
Critiche anche dalla prima famiglia europea per importanza, il Ppe. Una voce di primo piano è quella del leader della Cdu tedesca e candidato a diventare cancelliere dopo le elezioni del 23 febbraio, Friedrich Merz: “Si tratta di un classico capovolgimento del ruolo di carnefice e vittima – ha detto – Questa è la narrazione russa. Putin la descrive in questo modo da anni. E ad essere onesti, sono un po’ scioccato dal fatto che Donald Trump ora apparentemente l’abbia fatta sua. Grazie a Dio abbiamo un’opinione diversa in Europa. Ora è importante che gli europei concordino molto, molto rapidamente su una strategia comune per affrontare questo problema. E chiedere e supplicare che finalmente ci si sieda al tavolo delle trattative non è l’approccio giusto. Ora dobbiamo far valere il nostro peso”.
Pure il ministro degli Esteri della Polonia, uno dei Paesi più atlantisti d’Europa, Radoslaw Sikorski ha criticato le parole del rpesidente americano: “Si potrebbe evitare quasi ogni guerra capitolando, ma il punto è arrivare a una pace giusta”, ha detto. Al suo fianco, mentre parlava, c’era l’europarlamentare David Mcallister (Ppe), presidente della commissione Affari Esteri all’Eurocamera, che ha sostenuto la sua posizione: “La situazione in Ucraina, l’evoluzione del panorama geopolitico, la necessità di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa richiedono un’azione decisa e unitaria. Vorrei dire chiaramente che nessuna pace in Ucraina può essere negoziata senza la piena partecipazione del governo ucraino e il sostegno del suo popolo. Qualsiasi accordo che escluda l’Ucraina o ne pregiudichi le legittime aspirazioni non sarà né giusto né praticabile”.
Dello stesso avviso anche il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Støre, secondo cui le dichiarazioni di Trump sono “profondamente ingiuste”: “È un presidente eletto con un’ampia maggioranza che ha iniziato una guerra a metà del suo mandato – ha detto riferendosi a Zelensky – In un Paese sotto attacco, con migliaia di persone al fronte a difendere il Paese, milioni di rifugiati all’interno e all’esterno del Paese, non ci sono state circostanze normali per tenere le elezioni. Quindi prendo le distanze”.
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