Google versa altri 326 milioni di imposte non pagate al fisco italiano. La Procura di Milano chiede l’archiviazione dell’inchiesta
Google chiude un contenzioso tributario con il fisco italiano versando all’Agenzia delle Entrate 326 milioni di euro tra imposte non versate, sanzioni e interessi. E la Procura di Milano, che indagava per evasione fiscale sulla Google Ireland Limited, chiede l’archiviazione del procedimento. La svolta è stata ufficializzata dal Procuratore di Milano, Marcello Viola, in una nota. La società di diritto irlandese ha optato per la conclusione di un accordo di adesione all’atto di accertamento, uno strumento che permette di definire la posizione fiscale e “regolarizzare le pendenze – fa sapere la Procura – mediante versamento delle somme contestate, accedendo alla qualificazione dell’illecito in termini di elusione fiscale ed abuso del diritto“.
Lo scorso giugno era venuta a galla l’inchiesta milanese, coordinata dai pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, sulla presunta evasione fiscale da parte di Google fra 2015 e 2019 stimata in poco meno di 900 milioni. L’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano aveva ipotizzato la presenza in Italia di una “stabile organizzazione occulta” di Google costituita dai “server e dall’infrastrutture tecnologica” per il funzionamento dei servizi digitali offerti dalla piattaforma tra cui la vendita degli spazi pubblicitari. La Procura contestava, come in molti casi simili riguardanti le multinazionali tech e non, l’omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi prodotti in Italia e delle dichiarazioni di sostituto d’imposta che Google Irlanda avrebbe dovuto applicare sulle royalties girate alle società estere dello stesso gruppo.
L’amministrazione fiscale, scrive Luigi Ferrarella sul Corriere, partiva da una richiesta iniziale di 1 miliardo di euro e ha ammesso che la “peculiarità della vicenda” presenta “elementi di incertezza interpretativa“. Il gruppo ha sostenuto che in Italia utilizzava centri dati di una società controllata, ma con programmi informatici gestiti dalla Google irlandese tramite contratti di servizi. Dunque le regole tributarie sulla stabile organizzazione in Italia non sarebbero state violate, ma per la Procura sono state aggirate generando vantaggi fiscali non dovuti.
Nel 2017 Google aveva chiuso precedenti pendenze col fisco versando 306 milioni di euro: 227 per imposte evase nel 2009-2013, il resto per le dichiarazioni fiscali del 2014-2015. Il “modello Milano”, ossia la “sinergia operativa” nelle diverse fasi “di verifica fiscale, di successivo accertamento dei tributi e nelle correlate indagini penali”, aveva spiegato il procuratore Viola nei giorni scorsi, ha permesso “negli ultimi 3 anni di recuperare risorse a beneficio della collettività per circa 2 miliardi di euro”.
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