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Luisa Morgantini ha raccontato a noi ‘Costruttori di pace’ il suo arresto in Cisgiordania: ecco cos’ha detto

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di Antonella Galetta

La nostra associazione Costruttori di Pace, fondata nel 2022 su un progetto del compianto Luigi De Giacomo, attivista “beni comuni”, continua il suo impegno per la diplomazia e la pace. Nel 2023, abbiamo inviato una lettera al Presidente della Repubblica per sollecitare un intervento concreto a favore di iniziative diplomatiche e di una prospettiva pacifica per l’Europa. L’appello resta aperto alle firme.

Organizziamo costantemente incontri e iniziative sul tema della pace. L’8 febbraio abbiamo invitato a dialogare con noi, Luisa Morgantini, ex vicepresidente del Parlamento Europeo e presidente di Assopace Palestina. Morgantini si trovava in Cisgiordania dopo essere stata fermata il 30 gennaio dalla polizia israeliana, insieme al giornalista Roberto Bongiorni, e successivamente rilasciata.

Nel corso dell’incontro, Morgantini ha denunciato la situazione nei territori palestinesi, ripercorrendo le tappe del conflitto. Secondo l’ex europarlamentare, il governo israeliano continua a espandere gli insediamenti, passati dai 150.000 coloni del 1993 agli attuali 700.000, occupando il 78% del territorio. “La tensione tra israeliani e palestinesi non è iniziata il 7 ottobre, ma ha radici profonde” – ha spiegato Morgantini, ricordando anche il ruolo di Hamas, la cui strategia militare ha alimentato un clima di odio, con i numerosissimi attentati kamikaze dal 1993 fino al 2004 e la propaganda del premier israeliano Benjamin Netanyahu, contro i Palestinesi. “Le azioni di Hamas sono imperdonabili, nel corso della storia ma la risposta di Israele al 7 ottobre, ha causato quasi 60.000 morti palestinesi”.

Luisa ci ha descritto le drammatiche condizioni in Cisgiordania e Gaza: ospedali al collasso, bambini operati senza anestesia, migliaia di sfollati e infrastrutture distrutte. “A Tulkarem campo profughi, 35.000 persone sono state costrette a fuggire, in Cisgiordania, dal 7 ottobre, sono stati uccisi 969 palestinesi, tra cui molti bambini”. Strade e fogne distrutte, acqua contaminata, 150 famiglie costrette a vivere nelle moschee.

Dal 1947, il partito di Netanyahu non riconosce la spartizione delle terre (750.000 palestinesi espulsi) Questo esodo (Nakba) è anche all’origine del successivo problema dei rifugiati palestinesi. Per molti israeliani, c’è il desiderio di portare a compimento la mancata espulsione del 1948. Ora la Giudea al posto della Cisgiordania, mentre Trump, con il suo folle progetto, pensa di creare “La Costa Azzurra d’Oriente” sulle macerie e su un territorio distrutto anche dal punto di vista ambientale chissà per quanti anni. Nei confronti di Israele, nessun governo americano ha preso provvedimenti contro Israele, nessuno ha mai voluto due popoli e due Stati. L’accordo di Oslo è stata una trappola, non c’era il riconoscimento della Palestina ma si riconosce solo l’OLP.

La Corte Penale ha ipotizzato crimini di guerra da parte di Israele e ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. Eppure, nonostante questo, il governo italiano concederà l’immunità al premier israeliano come in Francia, Germania e Polonia mentre Spagna, Irlanda e Paesi Bassi pronti ad eseguire il mandato della Corte
L’ex vicepresidente del Parlamento Europeo ha infine criticato la passività dell’Europa: “Servirebbero sanzioni reali contro Israele. Non possiamo più essere complici di questa tragedia”. L’incontro si è concluso con un invito all’azione e alla sensibilizzazione, affinché la comunità internazionale non resti indifferente alla crisi umanitaria in Palestina.

Un grazie a Claudio Mazzoccoli in Regia, Antonella Trocino, Stefano Falomi (testimone anche lui degli avvenimenti in Palestina), Vincenzo Vigna, Edgardo Iozia, Lorenzo Murray che insieme alla sottoscritta, hanno dialogato con Luisa Morgantini.

L'articolo Luisa Morgantini ha raccontato a noi ‘Costruttori di pace’ il suo arresto in Cisgiordania: ecco cos’ha detto proviene da Il Fatto Quotidiano.