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Castellamonte, rivolta a Vespia: «Nessuno scaverà una cava qui»

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Castellamonte

È un secco “no”, senza se e senza ma, quello espresso dal Comune di Castellamonte – con maggioranza e minoranza compatte – alla richiesta della Agrigarden Ambiente Srl di utilizzare terreni limitrofi alla discarica di Vespia per realizzare una cava di misto limoso-argilloso, necessaria al completamento del capping (una impermeabilizzazione del terreno contenente rifiuti, effettuata attraverso la stesura di differenti strati di materiali) di chiusura del sito. Una posizione ferma, pienamente condivisa dai residenti delle frazioni Campo, Muriaglio e Preparetto, preoccupati da una situazione che da trent’anni desta allarme nella città della ceramica e nei comuni vicini.

Se ne è discusso nel consiglio comunale aperto convocato dal sindaco Pasquale Mazza nel pomeriggio di lunedì 10 febbraio, nella sala dell’Asd di Campo Canavese.

«L’Agrigarden ha presentato richiesta alla Città Metropolitana per effettuare una lavorazione su terreni a valle della discarica», ha spiegato Mazza. «Ho deciso di convocare un consiglio comunale aperto per un confronto trasparente con i cittadini delle frazioni più penalizzate dalla presenza della discarica. Ho anche invitato l’amministratore unico di Agrigarden a partecipare, ma ha declinato l’invito. Siamo coerenti con gli impegni presi: eravamo e siamo contro la discarica, e non approveremo alcuna variante al Piano regolatore che consenta la realizzazione della cava: nessun giochetto con noi!». Dello stesso avviso l’assessore all’Ambiente, Patrizia Addis: «Prima di Natale, Agrigarden ci ha segnalato una serie di criticità, sostenendo che la cava fosse necessaria per terminare il capping ed evitare il transito di 6mila camion. Ma senza il nostro via libera alla variante urbanistica, l’area non potrà essere utilizzata». I cittadini presenti in sala hanno manifestato con forza la loro contrarietà. Giampiero Bozzello Verole, del Comitato Monti Pelati, ha suggerito al Comune di puntare sull’ampliamento dell’area naturalistica come unica vera difesa contro l’espansione della discarica. «Potremmo sfruttare i fondi Bim per finanziare lo studio dell’Università di Torino da 27mila euro, utile a definire il progetto di ampliamento della riserva dei Monti Pelati», ha proposto.

Anche il consigliere di minoranza Fabio Garaffa ha ribadito l’opposizione compatta alla cava, mettendo in guardia sul rischio che Agrigarden possa aggirare il diniego del Comune in sede di Conferenza dei servizi.

Il sindaco Mazza ha infine garantito che, non appena arriverà ulteriore documentazione, verranno convocati altri consigli comunali aperti al Centro congressi Martinetti.

«Questa è una battaglia che non possiamo permetterci di perdere”, ha ribadito. «Siamo pronti a coinvolgere anche altri enti e istituzioni per rafforzare il nostro no».

Intanto, cresce la mobilitazione tra i cittadini: si valuta l’ipotesi di nuove manifestazioni e un eventuale ricorso legale contro qualsiasi tentativo di forzare la variante urbanistica.

Le associazioni locali e i comitati ambientalisti sono pronti a sostenere l’amministrazione comunale in questa opposizione, mentre si attendono le prossime mosse di Agrigarden e della Città Metropolitana. La vicenda potrebbe avere ripercussioni a livello regionale, con possibili interrogazioni in Consiglio.chiara cortese