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Gli studenti in sedia a rotelle fino al municipio per identificare tutte le barriere architettoniche

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I futuri progettisti e costruttori si sono messi sulla sedia a rotelle per capire meglio l’importanza del loro lavoro. È accaduto a Stanghella in provincia di Padova dove nei giorni scorsi una trentina di ragazzi delle classi prime e seconde della scuola edile, accompagnati dal professore Marco Camuffo, hanno percorso il tratto dal loro istituto al municipio in carrozzina sperimentando in prima persona le difficoltà dei disabili. Un’iniziativa organizzata in collaborazione con Anmil, l’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro e con il plauso dell’amministrazione comunale. È stata la stessa sindaca Cristina Belluco, infatti ad aprire le porte del Comune e a riflettere con i ragazzi sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Nello specifico, gli studenti hanno preso parte a due momenti formativi: il primo teorico, in aula, dove sono stati coinvolti in lezioni frontali su dispositivi e norme di sicurezza con un focus sulle barriere architettoniche. Nella seconda parte, hanno toccato con mano e visto con i loro occhi cosa accade ad un disabile quando deve salire su un marciapiede, attraversare la strada o parcheggiare la propria auto. Lungo il percorso i ragazzi si sono stupiti di quanto fosse difficile trovarsi su una sedia a rotelle.

“Solo mettendosi nei panni degli altri potranno essere abbattute barriere fisiche e mentali – spiega Andrea Pagnacco, direttore della scuola edile e coordinatore del progetto insieme al professore Marco Camuffo -. L’iniziativa ha come obiettivo quello di formare i futuri progettisti e costruttori in un mondo più inclusivo, non solo studiando in aula ma provando sulla propria pelle ciò che le persone con fragilità vivono ogni giorno. Un percorso di formazione a supporto di cittadini, persone con disabilità o anziani che, anche per un breve periodo di tempo, hanno bisogno di utilizzare sedia a rotelle o stampelle”. Pagnacco – contattato da ilfattoquotidiano.it ci tiene a sottolineare alcuni aspetti di questa singolare iniziativa: “Attraverso questa esperienza i ragazzi hanno potuto comprendere l’aspetto tecnico di chi realizza le opere sia dal punto di vista progettuale sia nella fase d’ esecuzione. Ma non solo. La nostra è stata una lezione di educazione civica dell’interiorità, un viaggio dentro l’anima che ogni studente ha potuto fare confrontandosi con il tema delle barriere, dei limiti che ogni uomo possiede e che può superare”. Un’iniziativa particolarmente apprezzata dalla prima cittadina: “È fondamentale far comprendere ai giovani che le barriere architettoniche sono un ostacolo non solo per le persone con disabilità, ma per tutta la comunità – ha sottolineato Cristina Belluco – e solo attraverso una progettazione attenta e inclusiva possiamo costruire città a misura d’uomo, dove tutti possano vivere in piena autonomia. Ecco perché riteniamo così importante questo progetto. È indispensabile ripartire dai bisogni evidenziati dai ragazzi per ripensare completamente il nostro territorio, i suoi edifici e, soprattutto, la nostra mentalità. Inoltre, come amministrazione ci impegniamo a cercare contributi pubblici o altre fonti di finanziamento per iniziare a dare attuazione al Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche”.

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