Negazionisti rossi. Per “Repubblica” di Foibe non si deve parlare nelle scuole: è propaganda “neofascista”
“Sono appena in tempo perché tutto quanto non scompaia. Il mio libro, che anche quest’anno porterò in giro nelle scuole di tutta Italia, è un gesto di verità contro il mare di bugie dei negazionisti che ancora oggi gettano fango sugli infoibati e sull’esodo”, sono state le sacrosante parole del senatore di Fratelli d’Italia, Roberto Menia, “padre” della legge istitutiva del Giorno del ricordo, illustrando oggi in Senato la terza edizione del suo libro “10 febbraio, dalle Foibe all’esodo”.
Una bellissima iniziativa che andrebbe condivisa a tutti i livelli, nel ricordo di una tragedia nazionale, ma che finisce nel mirino del solito “antifascista professionale”, Paolo Berizzi, martire professionale, come canterebbe De Gregori, che pur di trovare spunti polemici per la sua rubrica quotidiana, “Pietre”, che affannosamente cerca di portare a termine smanettando sul web come un ragazzino alle prese con i “like”, riesce nell’impresa di criticare il ricordo dei martiri delle Foibe solo per il fatto che sia Menia a farlo.
“E’ l’istituto scolastico che sceglie di avere Menia a scuola, o è il politico che si impone? Intanto in vista del Giorno del Ricordo la galassia neofascista si mobilita. Per il 10 febbraio CasaPound Italia ha annunciato cortei, fiaccolate e cerimonie commemorative in tutta Italia…”. Ah ecco: CasaPound va nelle scuole con Menia, insieme ai neofascisti che si mobilitano per fare propaganda, insidiare creature innocenti, salutare alla romana nei corridoi delle aule di tutta Italia… Ah no, non è vero. Vabbè, ma che fa, il “polpettone” antifascista ci sta, dai, si stampi la rubrica, anche oggi l’autore ha portato la pagnotta a casa, la fibra andava, il web regalava scoop imperdibili, i martiri, quelli veri, possono essere tirati per la giacchetta da “Repubblica“, sono morti nel ricordo delle persone sbagliate…
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