Isteria alla Camera, Schlein e Conte i peggiori: “Meloni presidente del Coniglio”. Volano insulti
Indecenti e indecorosi. Schlein e Conte sono i capofila di una bagarre vergognosa alla Camera prima durante e dopo le informative dei ministri Nordio e Piantedosi. “Meloni presidente del coniglio”, urla la segretaria del Pd, guardandosi intorno per vedere l’effetto della battutona. “E’ scappata, è scappata”, dicono in coro gli oppositori a prescindere, da Faraone (Iv), a Bonelli (Avs) che si prende pure una bella legnata da Nordio in un duro botta e risposta: mentre il ministro cita in Aula le date relative alle carte e alla richiesta di arresto della Cpi su Almasri; Bonelli è intervenuto per correggere il ministro. “La cosa che più mi stupisce è che non avete letto le carte”, ha replicato Nordio. “Le ha lette le carte Bonelli?”. Il deputato ha ribattuto timidamente: “Sì”. L’opposizione è protagonista di una giornata parlamentare sguaiata.
Sceneggiata triste delle opposizioni
Inaccettabili di un Parlamento le parole e i toni dri leader Pd e M5S: “Carlo Nordio ha parlato da avvocato difensore di un torturatore“, strepita Elly Schlein. “Giorgia Meloni non è il presidente del Consiglio, è il presidente del ‘coniglio’. Questa è una giornata triste per la democrazia”. La tristezza è tutta nostra e di chi si attendeva un dibattito serio, chiarificatore e non isterico. I ministri sono in aula hanno chiarito modalità e tempistiche del caso Almarsi; hanno delineato incongruenze e “sciatterie” della procura di Roma: presa da una fretta inusitata nel recapitare l’avviso di garanzia al premier e ai membri del governo. La risposta è stata unndata di isteria collettiva. Il più disgustoso è stato Giuseppe Conte.
Conte e Schlein i peggiori: “Meloni non si permetta di…”
Il leader grillino parla di “viltà istituzionale” da parte della premier. Da giorni non fa altro lui e le opposizioni di ripetere la litania: venga Meloni a riferire. Arriva al punto di prendere la premier a tu per tu sibilando: “Lo so che ci sta guardando nascosta dietro il computer”. Scandaloso, carente della più elementare grammatica istituzionale. Accostare l’assenza di coraggio a Meloni è semplicemente fuori dalla realtà. E poi si permette un attacco grave: “Adesso non parli, perché se non è venuta a parlare qui non si permetta di parlare davanti a qualche scendiletto. Non tocchi più la questione: parli solo davanti al Tribunale dei ministri”. Siamo alla follia. Con il volto stravolto aggiunge: “Ai ministri presenti dico: non siamo sorpresi che scappino tutti, anche i criminali, avete scritto anche una riforma: adesso li avvertite i criminali prima di arrestarli, così voi contrastate il pericolo di fuga. Ormai siamo diventati un porto franco, un Paese dei balocchi dei criminali“. Stendiamo un velo pietoso.
La sceneggiata dei cartelli del Pd e Avs
“Opporsi a qualsiasi costo è l’idea politica che ha sempre bisogno di un nemico davanti. Purtroppo ancora una volta l’Italia ha scelto la strada dell’opporsi per opporsi che fa male alle istituzioni”. Così replica alla bagarre in Aula a Montecitorio il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. E rivolgendosi a Giuseppe Conte ha ammonito: “Le ricordo il ‘Giuseppi’ di Trump!”. E poi l’affondo: “Perché improvvisamente si chiede la presenza del presidente del Consiglio? Chi meglio di Piantedosi e Nordio può dare questa informativa? O l’interesse è altro e quindi alzi i toni contro il nemico da battere?“. Ma “non è che l’opposizione ripetendo falsità, le rende verità!”.
Opposizione priva di grammatica istituzionale
Per tutta risposta arriva la trisce scenggiata dei cartelli: al termine della replica della segretaria dem, il gruppo del Partito democratico si è alzato in piedi e ha mostrato dei cartelloni: “Meloni dove sei?”, “Meloni patriota in fuga”. E Fratoianni ha mostrato la foto di una bambina torturata da Almasri. “Ci dica ministro, quando Almasri ha compiuto queste torture? Quando le ha fatte? In che anno? Ci dica ministro. Lei si è assunto la responsabilità di non fare il suo dovere”. Cosa c’entri tutto ciò con l’oggetto delle informative lo sa solo lui. Cala il sipario alla Camera su un’opposizione inadeguata. L’informativa dei ministri dimostra non solo la legittimità degli atti del governo; ma soprattutto l’approssimazione documentale della magistratura –internazionale e italiana- che ha aperto il caso; e l’immaturità dell’opposizione. Incapace di avere senso delle istituzioni, replica Rampelli. L’opposizione si rassegni: il caso Almasri non esiste perché è stato spazzato via dai dati di fatto inconfutabili presentati in Aula dal Governo. È emerso in tutta la sua evidenza il pasticciato comportamento della Cpi. Così come è incontrovertibile la chiara presa di posizione della Corte di Appello di Roma che ha scarcerato il libico. Tutto ciò dimostra che il Governo ha solo fatto il suo lavoro e lo ha fatto tutelando quell’interesse nazionale che alla sinistra non interessa. “Avete sfregiato la credibilità dell’Italia”, dicono le opposizioni. Ad essere sfregiato è il ruolo dell’opposizione, questa seduta alla Camera lo dimostra. Si replicherà l’indegna bagarre al Senato?
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